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Un bimbo su tre è sovrappeso E i dietisti: "Scarsi i controlli"

Le madri di bimbi sovrappeso o obesi non sono consapevoli del problema del proprio figlio nel 36%. Anche nelle mense scolastiche poca attenzione alle porzioni

Un bimbo su tre è sovrappeso E i dietisti: "Scarsi i controlli"

Allarme alimentazione per i più piccoli. A cominciare dalle mense scolastiche che non ci sono nel 30 per cento degli istituti e anche quando ci sono non funzionano come dovrebbero.Purtroppo anche in Italia aumentano i casi di cattiva alimentazione fin dalla primissima infanzia. Nel nostro paese un bambino su tre è sovrappeso e uno su dieci obeso. E un bambino obeso avrà molto probabilmente un futuro da adulto obeso, diabetico e con problemi al sistema cardiocircolatorio.
L'educazione alimentare spetta prima di tutto alla famiglia ma anche alla scuola. Una recente indagine svolta negli istituti scolastici dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha rivelato che il 70 per cento dei bambini, nelle elementari e nelle medie, pranza nella mensa dell'istituto ma su circa 2.200 scuole Italiane, solo il 68 per cento la possiede.
Ma anche quando la mensa funziona non si effettuano controlli su che cosa e quanto mangiano i bambini. Un rischio specie fino ai 9 anni perchè in questo arco d'età non è ancora chiaro il concetto di porzione.
A lanciare l'allarme è l'Andid, ovvero l'Associazione Nazionale dei Dietisti Italiani, in occasione del 24° Congresso Nazionale a Verona.
«Se da un lato i menù sono, o almeno dovrebbero essere, preparati da un dietista, quindi bilanciati e adatti alla crescita dei bambini - spiega Giovanna Cecchetto, presidente dell'Andid - dall'altro raramente nelle sale mensa sono controllati gli abbinamenti dei cibi, e meno ancora si verifica che i bambini scelgano correttamente gli alimenti e completino i piatti».
Ad aggravare la situazione anche la scelta dei genitori per la merenda che spesso consiste in dolci confezionati o pacchetti di patatine. Sempre i dati dell'Iss svelano che le madri di bambini in sovrappeso o obesi non sono consapevoli del problema del proprio figlio nel 36 per cento dei casi. Le conseguenze dei chili di troppo dunque sono ancora ampiamente sottovalutate e non si tiene conto del fatto che il sovrappeso predispone allo sviluppo della sindrome metabolica (ipertensione, obesità viscerale, diabete, fegato grasso) da adulto, diretta conseguenza di una scorretta alimentazione e di insufficiente attività fisica. Le problematiche trascurate da bambini, inducono in età adulta a una presa di coscienza e alla modifica dello stile alimentare. Ma è spesso troppo tardi. Attenzione poi alle diete fai da te o a quelle che promettono miracoli quando non sono prescritte dallo specialista competente.
«La prevenzione dell'obesità infantile deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l'allattamento protratto al seno e tenendo sotto controllo l'eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita. - dichiara la Cecchetto - Studi scientifici hanno infatti dimostrato che quasi la metà di bambini obesi resteranno tali anche da adulti, favorendo però la prevalenza elevata alla sindrome metabolica, strettamente connessa al tipo di alimentazione, già in età adolescenziale». Troppi Paesi Europei, Italia compresa, sono lontani dal raggiungimento di condizioni soddisfacenti nel campo alimentare. Specialmente i giovanissimi, perché non adeguatamente controllati, assumono troppe calorie da grassi, zuccheri e cibi conservati processati. Difficile, però, correggerne la abitudini.
Cristina Cassatella, dietista, spiega come emerga chiaramente dalle indagini che fino agli 8-9 anni al bambino manca ancora il concetto di porzione, del consumo e di tempo diluito nelle 24 ore.

E purtroppo è difficile avere un riferimento preciso perchè nell'arco della giornata il bambino non sempre è seguito direttamente dai genitori che non sanno che cosa ha mangiato.

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