Politica

Bossi lascia ma avverte: "Si scordino che scompaia"

Umberto Bossi ha rassegnato le dimissioni: non è più segretario della Lega Nord. Il Senatùr l'ha comunicato ufficialmente durante il consiglio federale a via Bellerio, la storica sede milanese. Le redini del partito nelle mani di un triumvirato composto da Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Manuela Dal Lago. Il Senatùr è stato nominato presidente. Le reazioni politiche: "Dimissioni? Atto dovuto ma tardivo". "No, dimostrano sua buona fede". Venti anni fa gli italiani andavano a votare e finiva la Prima Repubblica. Oggi finisce la Seconda?

Bossi lascia ma avverte: "Si scordino che scompaia"

Il guerriero ha deposto l'elmo e lo scudo. E' finita un'era, un terremoto senza precendenti: Umberto Bossi, dopo trent'anni, è sceso dal Carroccio. Commozione, stupore e paura: uno choc per l'elettorato della Lega. Da questa mattina si rincorrevano le voci delle imminenti dimissioni del Senatùr. Ma l'incredulità era troppa. Correva l'anno 1982 e Bossi, insieme a Roberto Maroni, fondava la Lega autonomista Lombarda. Trent'anni dopo, sotto i colpi dello scandalo che ha travolto il tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e tutto il partito, lui, l'Umberto da Varese, il fondatore, l'uomo che ha incarnato, anche fisicamente, il movimento molla il colpo. In apertura del consiglio federale a via Bellerio, la storica sede milanese del Carroccio, rassegna le dimissioni da segretario del partito. Un gesto spiazzante per ricompattare le fila? Probabilmente no dal momento che le dimissioni sono irrevocabili e definitive.

Il sipario sulla trentennale carriera del più ruspante tra i politici italiani è sceso. Dopo aver consegnato le dimissioni, Bossi è stato nominato presidente del movimento leghista dal consiglio federale. In giornata le indiscrezioni sull'inchiesta stavano diventando un fiume in piena: cartelle dedicate ai soldi (del partito) destinati alla famiglia Bossi, il figlio Renzo nel mirino, denaro, tanto denaro, auto di lusso e case. Il timone passa a un triumvirato che dovrà cercare di far restare a galla la Lega tra i marosi giudizari e la rabbia della base: Manuela Dal Lago, Roberto Calderoli e Roberto Maroni. A norma di statuto, a questo punto, il congresso per eleggere il successore del Senatùr dovrebbe tenersi entro il 5 maggio. Un tempo brevissimo. Peraltro lo statuto non prevede una gestione collettiva nel periodo di "interregno". Stefano Stefani è stato invece nominato nuovo amministratore del partito. E ora il terremoto Lega rischia di cambiare tutto il paesaggio della politica italiana. Bossi era un attore protagonista della politica italiana, lo è stato per anni: con le sue canottiere, i gesti politicamente scorretti, le ampolle, i raduni di Pontida, i richiami celtici le sue metafore sessuali che più esplicite non si può. Ha movimentato, solo come ha saputo fare Silvio Berlusconi, lo stagno della politica italiana. Ha lasciato per il bene della Lega e della famiglia, che poi, alla fine, ha sempre confuso in un'unica cosa. "Chi sbaglia paga, qualsiasi nome porti", ha detto Bossi tirando giù il sipario. Un addio.

Anche se il Senatùr, in serata, torna a far sentire la sua voce e avvisa: "Si scordino che io scompaia".

 

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