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Bossi si è dimesso: adesso come cambia l'Italia?

Il Senatùr fa un passo indietro. Durante il consiglio federale convocato per ufficializzare le dimissioni di Belsito e nominare il nuovo tesoriere, il capo della Lega si dimette. Una svolta storica che cambierà il futuro del partito e lo scenario della politica

Bossi si è dimesso: adesso come cambia l'Italia?

Alla fine il Senatùr ha lasciato. Una svolta storica, forse la fine di un'era. Nelle concitate ore prima del consiglio federale in via Bellerio a Milano si sono inseguiti brusii e smentite. La Lega Nord è sotto tiro: a un mese dalle elezioni tre procure tentano la spallata al leader del Carroccio Umberto Bossi. Adesso il futuro scenario politico è più incerto: il Senatùr ha scelto di fare un passo indietro. "Le mie dimissioni sono irrevocabili", dice. Una presa di posizione che di sicuro cambierà radicalmente l'intera politica italiana.

Bossi è nel quartier generale leghista alle porte di Milano sin dal primo mattino. Insieme a lui gli ex ministri Roberto Calderoli e Roberto Maroni. Poi, nel pomeriggio, la riunione del consiglio federale per nominare il nuovo tesoriere e ufficializzare le dimissioni di Francesco Belsito, l'ex cassiere indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato e appropriazione indebita per come ha gestito i soldi del movimento. Ma il vertice è stato convocato per tutt'altra ragione. Già in mattinata, in ambienti vicini a via Bellerio, si faceva sempre più pressante la possibilità di un passo indietro da parte del Senatùr. Poi alle 17 la natizia ufficiale. Una scelta - a trent'anni da quando, insieme a Roberto Maroni e Giuseppe Leoni, Bossi fondò la "Lega Autonomista Lombarda" - che segnerà profondamente il futuro del movimento leghista e cambierà definitivamente la politica italiana già squassata dalla caduta del governo Berlusconi e dalla presa di potere di Mario Monti e dei tecnici.

L'addio di Bossi al Carroccio è una svolta storica. Per la Lega e per l'Italia, appunto.

Al termine di un consiglio federale decisivo per le sorti del Carroccio, è impossibile non interrogarsi sul nuovo volto che potrebbe assumere la politica interna all'indomani delle dimissioni del Senatùr. Che tipo di Italia ne verrà fuori? La Lega Nord riuscirà comunque a mantenersi compatta davanti alla nomina di un nuovo leader? Chi avrà la meglio tra cerchisti e maroniani? E, soprattutto, come cambieranno gli equilibri in parlamento?

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