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Bufera sul Viminale: un esposto anonimo denuncia illeciti negli appalti della polizia

Ci sarebbero stati illeciti nella gestione di software in uso alla polizia. Sotto accusa il vice capo Izzo che si difende: "Cose che non mi competono"

Lo scandalo corruzione potrebbe estendersi persino al Ministero degli Interni. A tirare in mezzo il Viminale è un esposto anonimo presentato alla procura di Roma, che ha aperto un'indagine su presunti illeciti nella gestione di appalti e aste per l’acquisto di impianti tecnologici. Per il momento gli inquirenti si sarebbero limitati a una serie di accertamenti preliminari e non ci sarebbero ancora indagati.

Il "corvo" in una denuncia di una ventina di pagine punta il dito contro Nicola Izzo, vice capo della Polizia, reo di aver truccato appalti e gare per l’acquisto di software per le centrali operative di tutta Italia, come quelli per sistemi di videosorveglianza, gestione del numero unico europeo della sicurezza, rilevamento delle impronte digitali, ecc. L'anonimo accusa anche i vertici della Polizia di aver fatto mobbing su Salvatore Saporito, il vicequestore suicidatosi in caserma il 31 marzo 2011 e coinvolto nell’indagine della procura di Napoli sugli appalti per la realizzazione del Centro elaborazione dati, che si sarebbe opposto al "sistema-appalti".

"Io faccio il vice capo della Polizia, mi occupo di sicurezza. Nella gestione degli appalti non c’entro nulla", si difende oggi Nicola Izzo, secondo cui si tratta di "un esposto anonimo che si commenta da sé. Una volta chi si nascondeva dietro l’anonimato non aveva credito e chi ha costruito questo esposto si è nascosto utilizzando la mail di persone dell’amministrazione ormai in pensione. Si tratta di elucubrazioni farneticanti che comunque l’amministrazione ha fatto bene a girare ai magistrati perchè vadano in fondo alla vicenda". Il vice capo spiega anche che "nell’esposto, ad esempio si parla di una convenzione con Telecom che probabilmente non è piaciuta all’estensore della denuncia anonima.

Peccato che prima di essere siglata sia stato chiesto il parere dell’Avvocatura dello Stato sulla convenzione".

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