Cronache

Buttons e Kitty, la vita da fratelli di cane e gatto

La cagnolina e la micia sono cresciute insieme. Senza alcun litigio e con tanto affetto reciproco

Buttons e Kitty, la vita da fratelli di cane e gatto

Capita spesso di incontrare un gattino o un cucciolo di cane abbandonati. Chi se ne frega tira dritto per la sua strada senza farsi tanti scrupoli. Il lavoro preme e la riunione dello staff non può certo attendere che si faccia anche una semplice telefonata per avvertire le autorità competenti. In qualche modo si arrangeranno. Chi invece ha un cuore (e un'anima) si ferma e riflette sulla situazione. Quell'essere fragile e peloso, che guarda con occhi spauriti e imploranti chiunque passa, non può essere lasciato in mezzo alla strada. Si può chiamare il numero fornito ormai da tutti i comuni civili, attivando il soccorso pubblico di raccolta dei randagi, oppure… l'idea si fa strada, guardando quelle espressioni ansiose di avere una casa, una ciotola e una mano che dispensa carezze. «Quasi quasi me lo porto a casa e lo tengo io». Poi, lo sconforto prende il sopravvento quando si pensa che a casa c'è già il giovane Silvestro e quello lì davanti, implorante un proprietario, si chiamerà Fido. Notoriamente cane e gatto non vanno d'accordo, quindi l'idea di portarselo a casa viene immediatamente abbandonata. Grave errore di valutazione, come dimostra la commovente storia di Kitty, una microscopica gattina nata da un giorno, trasportata al «Battersea Cats and Dogs Home» da una persona di cuore che l'aveva trovata mentre attraversava i giardini pubblici. Per tenerle compagnia, durante la crescita, i veterinari hanno pensato di affiancarle Buttons, una giovanissima femmina di Jack Russel nata nel centro di recupero, ma allontanata dalla madre come il «Calimero» della covata. I due sono presto diventati inseparabili e quando è venuto il momento di spostare Kitty tra i suoi simili felini, perché assumesse qualche caratteristica della sua reale famiglia zoologica, ne è nata una tragedia. Non si capiva se piangeva di più lei o Buttons, visto che sentendosi sorelle avevano anche appreso a «parlare» le rispettive lingue. Non c'è stato verso, hanno dovuto rimetterle assieme per farle tornare a sorridere. «Normalmente» dice Sascha Taylor, nurse del Battersea Centre, «alleviamo i cani e i gatti separatamente, ma, questa volta abbiamo pensato che erano talmente giovani da poterli crescere assieme. È quasi incredibile vedere come stanno assieme: giocano, mangiano, dormono e in sostanza vivono esattamente come due sorelle della stessa specie».

Ora il pensiero della nurse, che ha lavorato duro allattandoli ogni due ore anche di notte, è rivolto al futuro. «Non siamo sicuri» dice Sascha «che potranno convivere in questo modo anche da adulti, perchè certi istinti atavici possono prendere il sopravvento, ma facciamo tutti il tifo perchè questo accada». La storia di Kitty e Buttons ci insegna, ancora una volta, che le barriere tra specie tradizionalmente «nemiche» possono essere abbattute, soprattutto in giovane età e in determinate condizioni. La prossima volta che incontrerete il gattino abbandonato ai margini della strada non datevi subito per vinti, pensando che il giovane Fido lo caccerà di casa in malo modo. Ricordatevi la storia di Kitty e Buttons.

Magari non saranno proprio fratelli, ma potreste trovarli a leccarsi l'un l'altro e a mangiare nella stessa ciotola.

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