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Caccia al tesoro di Grillo E il Pd parte all'assalto: "Dica chi finanzia il blog"

Cinque parlamentari democrat: "Soldi gestiti senza trasparenza". Nel mirino gli introiti pubblicitari

Caccia al tesoro di Grillo E il Pd parte all'assalto: "Dica chi finanzia il blog"

«Vaff...». Al momento è questa l'unica risposta al «mistero» del blog di Beppe Grillo: quanto rende? Quanti soldi arrivano dalla pubblicità gestita da Google? A chi vanno? A Grillo? Alla Casaleggio associati? Al M5S? Gianroberto Casaleggio, che anni fa aprì gli occhi al comico sulla rivoluzione - anche politica - del web, interpellato dal Fatto quotidiano promette trasparenza, ma parziale e non subito: «Quest'anno, quando saranno depositati i bilanci della Casaleggio Associati, vedrete che le cose sono andate molto meglio rispetto al 2013 (chiuso con un magro utile di 64mila euro, ndr)». «Quindi dobbiamo aspettare il bilancio che verrà pubblicato a luglio?» gli chiedono Barbacetto e Gomez. «Sì, anche se non troverete i dati suddivisi per ogni singolo sito che gestiamo, ma solo il dato complessivo...».

Dunque non si saprà neppure dal bilancio 2014 della Casaleggio associati quale è il giro di affari di beppegrillo.it, il dominio internet su cui si appoggia non solo il blog del comico ma anche il M5S e i Meetup grillini (i circoli M5S in giro per l'Italia). Se si apre il blog di Grillo, subito sopra la testata compare una pubblicità («Istalla un impianto fotovoltaico, costa il 70% in meno»), poi altre sul lato destro della pagina e tra le notizie (corsi di inglese, caschi scontati, offerte del colosso Amazon con cui il blog ha un accordo commerciale, «Dai più valore alla tua pensione, vieni a vivere in Costa Rica»).

Normali banner pubblicitari, gestiti da Google (poca roba a sentire Casaleggio: «Quando mai i soldi li fai con Google?»), su un sito che però non è come tutti gli altri, è quello di un leader politico e di un movimento che elegge deputati, consiglieri, europarlamentari... E quindi sarebbe utile sapere quanto, chi, come e perché sugli introiti del blog, al dettaglio, come il M5S fa con la rendicontazione dei gruppi. È quello che chiedono cinque parlamentari Pd, ufficialmente, ai capigruppo del M5S: «Dicano chi finanzia il blog di Beppe Grillo, il loro principale strumento di propaganda. Si tratta, con tutta evidenza, di un organo politico, i cui finanziatori attraverso la pubblicità restano però occulti. Dire, da una parte, di rinunciare ai finanziamenti pubblici e dall'altra creare un fondo di approvvigionamento completamente al di fuori di qualsiasi controllo pare l'esatto contrario della trasparenza» attaccano i deputati Pd Lorenza Bonaccorsi (renziana), Federico Gelli, Ernesto Magorno e i senatori Pd Mario Morgoni e Isabella De Monte.

Calcolare a quanto possano ammontare questi «fondi di approvvigionamento» prodotti dalla pubblicità sul sito di Grillo non è semplice. Il traffico stimato raggiunge 1,5 milioni di pagine viste al giorno, 175mila utenti unici circa. Secondo la web company Alexa il blog di Grillo è il 77esimo sito internet più visto in Italia. Il blog si appoggia a Google Adsense, la concessionaria pubblicitaria di Google. Il ricavo medio stimato è di 5 euro ogni mille pagine visitate. Partendo da qui il Sole24Ore ha calcolato per beppegrillo.it un ricavo annuo che oscillerebbe tra i 5 e i 10 milioni di euro. Troppi, secondo molti esperti (e ovviamente secondo Casaleggio: «Malafede). Secondo il sito Webnews invece il ricavo sarebbe attorno al milione di euro l'anno.

L'informatico Massimo Artini, che è anche deputato M5S e dunque non proprio super partes, assicura che i guadagni da banner sono «risibili», «non oltre i 2/3 mila euro al mese». Forse un po' pochi, visto che lo stesso Casaleggio dice che con gli incassi non solo si coprono i costi di gestione del sito stesso ma anche «l'organizzazione per le amministrative 2014». Cioè col sito si finanzia parte della campagna elettorale del M5S, in migliaia di comuni... Un passaggio di fondi dal sito (privato, registrato a nome di Emanuele Bottaro di Lamezia Terme) al M5S, che rifiuta i rimborsi elettorali ma prende quelli del blog (gestiti però da Grillo e Casaleggio), a cui fa aumentare il traffico e quindi gli introiti da banner... Un intreccio poco chiaro. Ma per il momento tocca accontentarsi di un vaff..

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