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Scandalo Mose, il premier Renzi: "Provo un'enorme amarezza"

Grillo attacca Renzi sullo scandalo veneziano. Il presidente dell'Autorità anticorruzione: "Un sistema inquietante". E il premier anticipa misure specifiche nei prossimi giorni

L'installazione della prima paratoia del Mose nel canale di Lido-Treporti a Venezia
L'installazione della prima paratoia del Mose nel canale di Lido-Treporti a Venezia

Dopo l'arresto di Giorgio Orsoni, sindaco di Venezia ai domiciliari per presunte tangenti legate agli appalti del Mose e di altre trentaquattro persone, oggi pomeriggio la Commissione Ambiente terrà un question time sullo scandalo.

Per Raffaele Cantone i fatti stanno portando alla luce "un sistema molto inquietante, ancora più di quello già grave venuto alla luce per Expo". In un'intervista a Radio 1 il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione parla di "una corruzione davvero penetrante", favorita "dalla quantità enorme di denaro che gira quando si tratta di Grandi Opere".

E mentre il Democratico Roberto Giachetti difende ad Agorà il presidente del Consiglio, che ritiene innocente perché premier soltanto da tre mesi, Beppe Grillo approfitta dell'occasione per uno sfottò sul blog. "Noi vinciamo poi, intanto #arrestanovoi", scrive il leader del Movimento 5 Stelle, ricordando una serie di guai con la magistratura dei sindaci Pd.

A Bruxelles per il G7, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto sottolineando una "amarezza enorme" e dicendo che "un politico indagato per corruzione" andrebbe indagato "per alto tradimento". Ha anche hciesto di lasciare lavorare la magistratura "fino a sentenza a cui speriamo si possa arrivare il più velocemente possibile". Per i prossimi giorni, il premier ha anticipato misure su appalti, anticorruzione e "altri temi specifici".

È tutto tranne che sorpreso l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che in due interviste, a Repubblica e a Quotidiano Nazionale, ricorda di essersi opposto all'opera non per principio, ma per criteri di realizzazione che "avrebbero potuto portare ad esiti ed effetti come quelli che si sono verificati oggi".

Non dissimile il commento del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, "intristito ma non stupito" e convinto che si debba mettere fine a "procedure eccezionali e percorsi emergenziali".

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