Politica

Il Carroccio nella bufera tra espulsioni e faide interne Bossi: "Questi sono matti"

Il Consiglio nazionale della Lega lombarda propone l’espulsione di Reguzzoni e di altri bossiani. L'ira del Senatùr: "Se continua così, me ne vado"

Il Carroccio nella bufera tra espulsioni e faide interne Bossi: "Questi sono matti"

L'impressione è che nel Carroccio sia giunta l'ora della resa dei conti. Soprattutto nel Veneto. Ma non solo. La battaglia mal celata tra Roberto Maroni e Umberto Bossi è davanti agli occhi di tutti. Dopo le contestazioni, gli insulti e gli spintoni al raduno di Pontida, la situazione all'interno del Carroccio è tesa.

I bossiani chiedono le dimissioni di Flavio Tosi, Maroni cerca di minimizzare dicendosi aperto a un confronto interno ma invitando a "smetterla di dare copertura a comportamenti mirati a danneggiare il Movimento"; il sindaco di Verona vorrebbe dire basta alle "coperture" dei contestatori che hanno creato "un grave danno alla Lega Nord" e il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha invece una visione leopardiana e spera che il Consiglio Nazionale di sabato "rappresenti ciò che Leopardi chiamava la quiete dopo la tempesta" e che si esca "con una soluzione unitaria" perché la soluzione non sono le epurazioni.

Il match si gioca sabato prossimo al Consiglio Nazionale Veneto, che avrà all’ordine del giorno i "provvedimenti disciplinari" e dove i bossiani chiederanno le dimissioni di Tosi. Si discuterà della sospensione o dell’espulsione dei tre consiglieri regionali - Giovanni Furlanetto, Vittorino Cenci e Cristiano Corazzari - che a Pontida hanno issato lo striscione sul palco per chiedere il congresso. E la lista dei leghisti a rischio potrebbe annoverare anche la bossiana di ferro Paola Goisis e i militanti che hanno aspramente criticato a Mestre Leonardo Muraro, commissario della segreteria provinciale veneziana. Tutti fedelissimi del Senatùr, tra i primi a chiedere un congresso all'anno per giudicare gli eletti. Su questo punto, Roberto Maroni oggi ha preferito non intervenire.

Ma di epurazioni si parla pure in Lombardia. Infatti, il Consiglio nazionale della Lega lombarda ha proposto l’espulsione dell’ex capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, dell’assessore lombardo allo Sport, Monica Rizzi e degli ex parlamentari, Marco Desiderati e Alberto Torazzi. Si tratta delle prime proposte di provvedimenti disciplinari per esponenti "bossiani" lombardi, dopo le elezioni e le contestazioni al raduno di Pontida. L'ultima parola l'avrà il Consiglio federale della Lega Nord, ma il fatto che siano stato proposte la dice tutta sull'aria che si respira anche in Lombardia.

"In mezzo alla situazione economica e politica che stritola il Paese e all’evidente crisi che attraversa la Lega, il Consiglio nazionale del movimento che fa? Unisce, come chiesto da Bossi e Maroni a Pontida? Rilancia una nuova strategia politica? No, propone espulsioni senza motivazioni. Ci sentiamo tutti delle vittime: è una vicenda che si commenta da sola", ha tuonato l’ex capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni.

Ma il commento più importante e più duro arriva da Umberto Bossi. "Questi sono un po' matti. Tanti anni per mettere insieme un’organizzazione e poi ...

Alla fine non resterò lì neppure io, se va avanti così, io non ho mai messo nessuno fuori dalla Lega", ha affermato il Senatùr rispondendo a chi gli chiedeva commenti sulla decisione del consiglio nazionale della Lega lombarda.

Commenti