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Casa non pignorabile e rate più leggere Ecco lo stop a Equitalia

Chi è in difficoltà potrà saltare fino a otto pagamenti. Previsto un piano per smaltire in cinque anni un milione di cause arretrate. Decisiva la battaglia del centrodestra

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il vicepremier Angelino Alfano
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, con il vicepremier Angelino Alfano

Roma - Difficile ricordare un atto di indirizzo del Parlamento nei confronti del governo recepito così velocemente. È stata una «giornata storica per i contribuenti», commentava il presidente della commissione Finanze alla Camera Daniele Capezzone mentre il consiglio dei ministri stava approvando il decreto con le misure per la crescita e le semplificazioni, che comprende una riscrittura radicale dei poteri di Equitalia. Per il vicepremier Angelino Alfano, «una rivoluzione che rimette al centro il cittadino», mentre per il premier Enrico Letta, «interventi necessari per rilanciare l'economia del Paese».
Da Capezzone è partita la risoluzione che limita la stretta di Equitalia sui contribuenti in difficoltà. Poteva finire in un nulla di fatto e invece ieri il governo ha praticamente recepito in toto il piano presentato dall'esponente del Pdl e approvato all'unanimità dalla sua commissione e poi da quella del Senato. Secondo le prime indicazioni, la prima casa non sarà più pignorabile dal fisco e ci saranno anche forti limiti sulla seconda. Resta formalmente l'ipoteca, ma l'agente di riscossione non potrà toccarle la prima casa. Unica eccezione gli immobili di lusso, categorie A8 e A9. Salve invece quelli che rientrano nell'A1, case di pregio, ma anche tante case normali. Erano presenti nelle bozza entrata, ma sono state escluse. Per quanto riguarda la seconda casa è aggredibile solo per soglie superiori ai 120mila euro, mentre i beni d'impresa sono aggredibili solo per un quinto. Dal 30 settembre scompare il contestatissimo aggio, la percentuale che percepisce l'agente sulle somme riscosse. Sarà sostituito con un rimborso dei costi fissi. Più flessibilità anche sulle rate. Il numero massimo aumenta da 72 a 120, ma solo per il debitore in difficoltà. Poi sale da due a otto (non più 5 come nelle ipotesi dei giorni scorsi) il numero di rate non pagate che fa venire meno il diritto a rateizzare il debito con il fisco. «Finalmente una pagina positiva per i contribuenti, è un grande orgoglio sia per la commissione finanze che ha dato prova come si possa lavorare all'unanimità anche sulle cose difficili. Il governo ne ha fatto tesoro ed è un orgoglio ancora più grande per il Pdl. Per mesi abbiamo parlato di Equitalia e sembrava esagerassimo. Ora sono venuti tutti con noi». Il decreto è stato approvato ieri sera intorno alle otto. Poi è iniziato l'esame del ddl con le misure per lo sviluppo e la semplificazione (quest'ultima sarà affrontata mercoledì). L'altra novità riguarda la giustizia civile, con un piano per smaltire gli arretrati che comprende il ricorso esteso all'arbitrato e l'uso di tirocinanti. La semplificazione è un'emergenza, come documenta la Cgia di Mestre.

La burocrazia costa alle piccole e medie imprese 31 miliardi l'anno.

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