Politica

Casini terrorizzato da Vendola: "La sua presenza mi preoccupa"

Il laeder Udc aspetta il risultato delle primarie per decidere le alleanze. E Renzi: "Con me il Pd corre da solo"

Vuole le mani libere. Sia sulle alleanze sia sui programmi. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini non scioglie la propria riserva sull'alleanza con il segretario piddì Pier Luigi Bersani e lancia messaggi sibillini: "Fare il ministro o non farlo mi è indifferente: in certi governi non lo farei mai, in un governo che facesse ciò che per me è il bene del paese potrei farlo". Tra il detto e il non detto, però, il leader centrista torna a sbarrare la strada al governatore della Puglia Nichi Vendola: "La sua presenza mi preoccupa". Ma pensa già a portarsi a casa un ministero.

Mentre Bersani lavora sodo per tessere la rete che porterà a una grande ammucchiata sulla falsa riga dell'Unione, scoppia la grana delle alleanze. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi fa sapere che, in caso di vittoria alle primarie di coalizione, è fermamente intenzionato a recidere qualsiasi alleanza: Udc e Sel rimarrebbero a bocca asciutta. Il rottamatore è, infatti, convinto che il Pd può farcela da solo. Bersani, invece, cerca di allargare il più possibile la rete delle alleanze. Oltre al Sel di Vendola, starebbe infatti studiando la possibilità di imbarcare Radicali, Verdi, fuoriusciti dell'Idv e la "lista arancione" di Luigi De Magistris. A rompergli le uova nel paniere è, ancora una volta, Casini che torna a porre un aut aut sul governatore della Puglia e, più in generale, sulla sinistra radicale. "Si dice che Casini ce l’ha con Vendola e Vendola ce l’ha con Casini: io non ce l’ho con lui e spero lui non ce l’abbia con me ma faccio delle riflessioni politiche", spiega il leader dell'Udc a Radio anch'io elencando gli innumerevoli nodi che diviodono centristi e sinistra radicale. Dalla Tav in Val Susa alla Gronda a Genova, dalla riforma delle pensioni alla spending review. "Mi auguro che dalle primarie del centrosinistra escano dei risultati inequivocabili, cioè una scelta riformista - sottolinea Casini - certamente mi preoccupa la presenza di esponenti come Vendola".

Quello che Casini ha in mente è una "larga coalizione" che vada a pescare anche la rappresentanza del mondo del lavoro e della sinistra sociale all’oposizione. "Non si può tornare alle vecchie coalizioni monster, cioè alle coalizioni che riuscivano a vincere ma non a governare - spiega - da noi qualcuno si illude di poter crare le autosufficienze del passato". A Radio anch'io Casini sottolinea che, almeno per il momento, vuole continuare ad "avere le mani libere" impegnandosi nella costruzione della lista per l’Italia. L'idea è, appunto, quella di costruire un'area popolare moderata capace di proseguire l’agenda del premier Mario Monti. "Voglio continuare il lavoro fatto da Monti. Stiamo con gli italiani che non vogliono più sentire chiacchiere e demagogia ma un linguaggio nuovo di responsabilità magari anche di politiche impopolari", conclude Casini senza dire con chiarezza lo spettro dell'alleanza che ha in mente. Preferisce aspettare il risultato delle primarie: dovesse vincere Bersani, l'intesa sarebbe più facile. Dovessero vincere Vendola o Renzi, sarebbe costretto a guardere da un'altra parte.

"Casini ha spiegato in tutte le lingue che preferisce Bersani - ha commentato il rottamatore - beh, lo accontento: possano stare tranquillamente insieme, io preferisco stare con i cittadini".

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