Politica

Il caso I veleni della «Terra dei fuochi»

Napoli Una contestazione durissima a Giorgio Napolitano. Civile ma rabbiosa. Gente che non ha nulla da perdere, che si sente abbandonata dalle istituzioni. È il popolo della «Terra dei fuochi», che vive nel Giuglianese (Napoli) e nel Casertano e sopravvive in luoghi dove per anni sono stati sversati rifiuti tossici. Sono una decina di uomini e donne arrivati a Posillipo con l'intento di raggiungere Villa Rosebery, la residenza del presidente. Con striscioni, fiaccole e croci di legno intendevano percorrere via Ferdinando Russo, per raggiungere Villa Rosebery, dove avrebbero tenuto una simbolica protesta. Uno dei manifestanti voleva consegnare a Re Giorgio un dossier sui rifiuti di 54 pagine. Ma la Digos ha impedito ai manifestanti di raggiungere i cancelli presidenziali, li ha fermati a poche centinaia di metri dalla residenza di Napolitano.
Un cartellone, inflessibile, bocciava Napolitano. C'erano le foto di bambini e adulti, malati o morti di tumore. E poi la scritta: «Ecco perché non sei il nostro presidente ma il nostro carnefice». Una manifestante gli ha lanciato altre accuse. «Da lui, un uomo del Sud, che si è sempre dichiarato dalla parte del popolo, ci aspettavamo che venisse a rendersi conto di come viviamo. Allora abbiamo deciso di andare noi da lui, per fargli sentire la nostra voce».
La protesta è durata un'ora circa: senza tensioni, senza scontri con polizia e carabinieri. Poi i manifestanti sono andati via con le loro auto. Napolitano non si è scomodato, com'era prevedibile, per ascoltare la voce dei suoi concittadini. È a Napoli da 6 giorni per riposarsi: nessuna deroga al relax presidenziale.
Napoletani e casertani dicono di avercela con Napolitano perché non ha mai desecretato, da ministro dell'Interno, i documenti con le dichiarazioni del pentito dei Casalesi, Carmine Schiavone, che ha rivelato la storia dei rifiuti tossici sotterrati in ampie zone del Napoletano e del Casertano. Sarà un caso ma, per la prima volta da quando torna a Napoli da presidente della Repubblica, Napolitano (a parte una visita privata compiuta a casa di amici due giorni fa) non si è mai fatto vedere in pubblico. Ha saltato anche il tradizionale appuntamento al Gran Caffè Gambrinus, a piazza Trieste e Trento. Il giorno del suo arrivo, decine di esponenti del movimento della «Terra dei fuochi» avevano deciso di attenderlo davanti al locale. Niente caffè per Re Giorgio e signora.

Stessa idea l'avevano avuta il giorno dopo, i dipendenti dell'Astir (società che opera nel campo dell'ambiente), ma al Gambrinus Re Giorgio e signora non erano sono fatti vedere.

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