Politica

Caso Kyenge tra gaffe e insulti. "Beata lei, non deve truccarsi"

Uscita della Santelli ad Agorà, poi si corregge: io fraintesa. Il Pd si scaglia sulla Padania e Buonanno in aula si tinge il viso di nero

Caso Kyenge tra gaffe e insulti. "Beata lei, non deve truccarsi"

La ministra Cécile Kyenge passerà alla storia per le polemiche create attorno a lei più che per le cose da lei fatte. La Lega Nord la tiene nel mirino da mesi: Mario Borghezio parlò di «governo del bonga bonga» (espulso dal Parlamento europeo), Dolores Valandro twittò «mai nessuno che la stupri» (espulsa dal partito), Roberto Calderoli disse che «quando vedo la Kyenge non posso non pensare a un orango» (si scusò al telefono). La settimana scorsa è stata la volta delle contestazioni bresciane incendiate dalla presenza dei centri sociali. Ora la Padania ha deciso di pubblicare l'agenda della ministra ed è scoppiato il finimondo. Gli appuntamenti sono presi parola per parola dal sito internet del ministero dell'Integrazione: ieri una conferenza stampa, oggi un convegno, sabato tre eventi in Lombardia. Ma sul quotidiano leghista non si può. La ministra, dopo averla buttata sull'ironia scopiazzando Matteo Renzi («Padania chi?»), domanda di «fermare i razzisti»: «La politica si deve alzare tutta per condannare questi attacchi». E più tardi alza il tiro: «A essere minacciata è la democrazia». L'ex ministra Livia Turco vuole una manifestazione nazionale. Contro il giornale nordista sono stati chieste censure, il sequestro preventivo e interventi dell'Ordine dei giornalisti. Un'insurrezione antipadana.

Ma siccome al peggio non c'è fine, ieri la forzista Jole Santelli al programma tv Agorà, al quale partecipava in collegamento anche Cécile Kyenge, si è lasciata scappare una frase infelicissima. «Le nere? Hanno la fortuna di non doversi truccare come noi. Quindi sono più fortunate». Imbarazzo in studio, nessuno replica, ma le polemiche scoppiano dopo in un crescendo. Più tardi la Santelli preciserà che quella frase è stata «estrapolata dal contesto e di significato opposto a quanto si vuol fare apparire» e che «questa inutile strumentalizzazione è vero razzismo». Tuttavia la gaffe resta. Verso mezzogiorno si mobilitano anche le forze dell'ordine. A Palazzo Chigi è arrivata una busta anonima indirizzata alla ministra contenente polvere bianca. Sospetti, allarmi, controlli, piazza Colonna blindata. Il deputato democratico Khalid Chaouki, nato in Marocco, che a Natale si era incatenato nel centro di accoglienza a Lampedusa, ha immediatamente parlato di «chiara e gravissima intimidazione» i cui «responsabili morali» sono i leghisti: «Salvini condanni in modo inequivocabile questa inedita minaccia». Dagli accertamenti è risultato che si trattava di bicarbonato mentre la lettera era partita da Palermo e non da una sede della Lega. Intanto la temperatura delle polemiche si è alzata ancora.

Il Carroccio non si è scusato con il ministro ribattendo colpo su colpo. «Sequestrare la Padania sarebbe fascismo - ha detto il segretario Matteo Salvini a proposito dell'agenda Kyenge -. I veri democratici dovrebbero schierarsi a difesa del diritto dei giornalisti». Maroni ha respinto l'accusa che la Lega «sia andata oltre il limite»: «Le polemiche le fate voi», ha replicato ai giornalisti. Nell'aula di Palazzo Madama sono intervenuti i commessi per bloccare i leghisti che sventolavano copie del loro quotidiano. «Non toccate la Padania o scateniamo l'inferno», ha urlato il senatore Jonny Crosio. L'ex sindaco di Varallo Sesia Gianluca Buonanno, durante il question time alla Camera, si è dipinto il volto con il cerone nero: «Gli italiani si devono fare un pò più scuri per avere di più. È razzismo al contrario».
L'unica nota leggera è venuta da Aurora Lussana, direttore del giornale: gli è stato chiesto di Clarence Seedorf, nuovo allenatore del Milan, primo «mister» di colore in Italia.

«Un bellissimo calciatore», ha risposto da tifosa atalantina.

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