Caso Sallusti

Caso Sallusti, Severino: "Modificare diffamazione? Ormai i tempi sono maturi"

Per il ministro della Giustizia le strade sono due: portare avanti il ddl Costa-Pecorella o metterne a punto uno nuovo: "Le idee ci sono, si può fare in poco tempo"

Caso Sallusti, Severino: "Modificare diffamazione? Ormai i tempi sono maturi"

Il caso Sallusti ha avuto il merito di portare all'attenzione di tutti un problema fondamentale per la libertà di stampa e di opinione in Italia: la revisione di una norma, quella sulla diffamazione a mezzo stampa, che risale di fatto al codice Rocco di mussoliniana memoria. Ora "i tempi sono maturi" per cambiare le regole del gioco.

A dirlo è il ministro della Giustizia, Paola Severino, secondo cui bisogna scegliere tra due strade: " C’è un ddl presente in Parlamento (il Costa-Pecorella, ndr) e si potrebbe presentare un nuovo ddl", afferma il Guardasigilli, Tutte e due le soluzioni non inciderebbero sulla velocità e sulla prontezza di un intervento di cui si parla da tanto tempo".

Una cosa è chiara per il ministro: "Nessuno può essere tacciato di fare le cose in modo frettoloso e credo non ci voglia molto tempo per realizzare questo progetto perché le idee ci sono e c’è grande condivisione. Di un progetto di modifica del regime della diffamazione si parla da anni. Io penso che i tempi siano maturi e che le idee ci sono e quindi il progetto si può fare. Credo che non occorra neanche troppo tempo per realizzarlo, proprio perché le idee sono sedimentate e c’è una grande condivisione come tutti possono constatare".

Anche Enrico Costa, firmatario insieme a Gaetano Pecorella del ddl già in Parlamento, è ottimista: "Mercoledì prossimo inizierà con una relazione l’esame del provvedimento sulla diffamazione a mezzo stampa. Si potrà procedere in tempi brevi e, con il consenso dei gruppi, adottare la sede legislativa.

L'auspicio è che si possa individuare un testo snello che sia condiviso dalla gran parte del Parlamento contemperando le esigenze di tutela dei diritti della personalità con quelle di garantire la libertà di espressione".

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