Politica

Il Cav: "Abbassiamo i toni ma sul fisco non molliamo"

Il leader del Pdl sconvolto dall'attentato invita i suoi ministri a lavorare per il bene dell'Italia: "Rispettiamo gli impegni presi con gli elettori"

Il Cav: "Abbassiamo i toni ma sul fisco non molliamo"

Dobbiamo lavorare per il bene dell'Italia e rispettare gli impegni presi con i nostri elettori». Berlusconi riceve i suoi ministri dopo il giuramento al Colle e detta la linea ai suoi. Davanti a sé, a Palazzo Grazioli, Verdini e i nuovi ministri Alfano, Lorenzin, De Girolamo, Lupi, Quagliariello. Veste i panni della colomba, il Cavaliere, a maggior ragione dopo l'episodio sconvolgente di piazza Colonna. L'ex premier è choccato e continua a chiedere ad Alfano, neoministro dell'Interno e fresco di visita ai carabinieri feriti «Come stanno i militari? Sono in pericolo di vita? Sono gravi? Quanto gravi?». «Purtroppo c'è una lesione alla colonna vertebrale per uno dei militari colpiti», lo aggiorna Alfano. Berlusconi scuote la testa. Poi l'ex premier prende spunto dalla sparatoria per dire ai suoi: «Adesso è il momento della coesione sociale. Dobbiamo stare insieme e uniti. Abbassiamo tutti i toni perché queste cose sono frutto di chi alimenta l'odio». Poi, sembra fare un discorso che va al di là dell'episodio che ha insanguinato la piazza di Palazzo Chigi: «È l'ora della riappacificazione nazionale». Insomma, sulla scia del napolitanismo predica ai suoi di «essere costruttivi» e non alimentare le differenze. «Dovevamo fare questo governo, non c'erano alternative». Non solo. Ammette: «Sono convinto che questa era la scelta giusta da fare anche perché per mesi abbiamo sempre ripetuto che l'Italia aveva bisogno di un governo forte e duraturo».
Detto questo, Berlusconi non intende mollare sugli otto punti che gli hanno garantito una rimonta sbalorditiva e che giudica la ricetta giusta per uscire dalla crisi. Non lo dice in chiaro ma fa intendere di avere avuto rassicurazioni sull'Imu, la cui abolizione e restituzione è una bandiera che non intende ammainare. L'attenzione è rivolta al discorso che il premier terrà oggi alla Camera per il primo voto di fiducia. Il Cavaliere si aspetta parole chiare sul tema del calo delle tasse, consapevole che nel partito in molti non sono soddisfatti di come sia andata la trattativa per la formazione del governo. Ma in questa fase, mentre il volto economico del partito, Renato Brunetta, fa il poliziotto cattivo, a Berlusconi tocca fare il poliziotto buono. «Aspettiamo il discorso di Letta ma sono convinto che il presidente del Consiglio saprà trovare le parole giuste e la soluzione corretta per la questione Imu». Imu ma non solo. Il Cavaliere tiene molto anche agli altri sette punti del programma, su alcuni dei quali l'intesa con il Pd è possibile. In fondo anche Bersani, perfino in campagna elettorale, s'era detto disposto a votare la detassazione totale per i neo assunti.
Derubrica i mal di pancia del partito sulla composizione dei ministri a «malumori fisiologici del post nomine. Tante persone valide hanno dovuto fare un passo indietro ma avranno le loro soddisfazioni». Adesso, infatti, si aprirà la partita dei sottosegretari con altre estenuanti trattative per trovare la quadra sui nomi. Naturalmente il Cavaliere sa bene che la vita dell'esecutivo non sarà una passeggiata. Tuttavia, ai suoi ministri, parla anche della Convenzione delle riforme, sorta di assicurazione sulla durata del governo. Non è un mistero che a Berlusconi piacerebbe guidare il tavolo su cui poggeranno i dossier volti a ridisegnare la Repubblica.

L'interesse del Cavaliere a pilotare la Convenzione è nota a maggior ragione se il premier Letta l'ha definita «il luogo della legittimazione reciproca».

Commenti