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Il Cav scommette su Matteo per tornare al voto a maggio

L'ex premier, convinto che il sindaco di Firenze non possa aspettare il 2015, si muove come se fosse già in campagna elettorale: "Ci faremo trovare pronti"

Il Cav scommette su Matteo per tornare al voto a maggio

I due si assomigliano sotto diversi punti di vista, primo fra tutti la capacità di comunicare nelle sue diverse sfumature. Così, il primo a cogliere che per il governo Letta la strada si sta facendo davvero in salita è Silvio Berlusconi. Non tanto perché ormai da mesi scruta con attenzione le mosse di Matteo Renzi, sempre più convinto che il segretario del Pd non si possa permettere di aspettare il 2015 perché arriverebbe alle urne decisamente logorato. Quanto perché ieri il sindaco di Firenze ha usato una tattica cara all'ex premier, lasciando andare avanti i suoi fedelissimi a dire che «un rimpasto non basta» e che «l'esecutivo necessita di un cambio radicale» ma guardandosi bene dall'intervenire in prima persona sulla vicenda.

Il Cavaliere è più o meno da quando è entrato in politica che le sue partite le gioca esattamente così, lasciandosi sempre aperto il cosiddetto piano B fino a un minuto prima di chiudere la pratica. Lo schema, insomma, è identico. E lascia intendere che Renzi abbia intenzione di alzare l'asticella fin quando gli è possibile. Berlusconi nel voto anticipato ci crede fino a un certo punto, anzi chi lo ha sentito negli ultimi giorni lo ha trovato non particolarmente ottimista perché – questo il senso del suo ragionamento – ormai il Quirinale si è spinto così troppo avanti che difficilmente non terrà in piedi la legislatura fino al prossimo anno. Questo in privato, perché in pubblico l'ex premier continua a voler tirare la volata ai Club Forza Silvio e non perde occasione per fare collegamenti telefonici con riunioni azzurre sparse per l'Italia.

Venerdì sera è toccato ai militanti della Giovane Italia di Armando Cesaro riuniti in un ristorante di Villaricca, nel Napoletano. Mentre questa mattina interverrà a una manifestazione organizzata da Gianfranco Micciché a Cefalù. Berlusconi è insomma deciso a premere sull'acceleratore e, male che vada, il lavoro di questi giorni servirà per lanciare la campagna elettorale delle Europee di fine maggio.

Se poi dovessero aprirsi altri scenari – confida nelle riunioni ad Arcore l'ex premier – ancora meglio perché «ci faremo trovare pronti». D'altra parte, che Renzi sia la variabile che può far saltare il banco Berlusconi lo va dicendo da tempo, convinto che se il sindaco di Firenze non prenderà le distanze dal governo segnerà la sua fine politica ancor prima di correre per Palazzo Chigi.

E proprio nel collegamento con Villaricca il Cavaliere invita i militanti a prepararsi per il voto nel 2014. «Tenetevi pronti per fine maggio perché probabilmente andremo a votare anche per le politiche», dice nel corso della telefonata auspicando dunque l'election day. Che potrebbe cadere il 25 maggio se si riuscisse ad approvare la nuova legge elettorale alla Camera entro fine gennaio e al Senato entro fine febbraio. La verità però – e l'ex premier lo sa bene – è che questa partita l'ha in mano Renzi e starà solo a lui decidere se staccare la spina all'esecutivo. Bisognerà vedere, insomma, se ha davvero ragione Mara Carfagna quando dice che ieri il segretario del Pd «ha fatto partire il countdown per il governo Letta».

Sullo sfondo, intanto, resta la vicenda Napolitano. La proposta dell'esponente di Forza Italia Giuseppe Moles di «boicottare» il messaggio di fine anno del capo dello Stato e spegnere la tv continua infatti a raccogliere adesioni, ultima in ordine di tempo quella del senatore Lucio Malan.

D'altra parte, per capire qual è il clima che si respira tra gli azzurri nei confronti del Quirinale basta dare una sbirciata a Il Mattinale - la nota quotidiana redatta dallo staff del capogruppo alla Camera Renato Brunetta – dove si fa il verso a Napolitano con un polemico «'O Stato songo io».

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