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Il Cav sta lontano dal voto: meglio vincere su Iva e Imu

Berlusconi non si aspetta grandi exploit dalle amministrative: l'obiettivo ora è condizionare le mosse del governo sulle tasse. La nostalgia per Forza Italia

Il Cav sta lontano dal voto: meglio vincere su Iva e Imu

Politica e un po' di svago per il Cavaliere. Nell'attesa di analizzare il voto delle amministrative, Berlusconi si gode il matrimonio di Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, imprenditore amico e molto stimato dall'ex premier. Bruno Ermolli, da anni legatissimo a Fininvest, è presidente di Promos (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Milano), di Sinergetica, vicepresidente della fondazione Teatro alla Scala, consigliere di amministrazione di Mondadori France, Mediobanca, Università Bocconi, Politecnico di Milano, Censis e del Fai. Ma soprattutto è amico intimissimo della famiglia e molto legato ai figli, Marina e Pier Silvio.
Nozze che distraggono Berlusconi per qualche ora, nell'attesa di approfondire i risultati del voto amministrativo che, sulla carta, non consente particolari entusiasmi. Nei 67 comuni al ballottaggio, tra cui 11 capoluoghi di provincia, in molti casi è il Pdl a dover rincorrere. Già al primo turno la partita ha preso una brutta piega visto il centrosinistra era riuscito a conquistare 16 comuni su 26, contro i 5 vinti dal Pdl. Il dato più interessante e più pesante resta quello di Roma, dove a inseguire Marino è il sindaco uscente, Alemanno. Occhi puntati anche sulla Sicilia, Regione tradizionalmente azzurra, dove si vota per il primo turno in 142 Comuni tra cui 4 capoluoghi di provincia. Il Cavaliere non si aspetta grandi exploit. Un po' perché tradizionalmente le amministrative sono appannaggio del centrosinistra, in grado di mobilitare più gente sul territorio; un po' perché i dati dell'affluenza danno tutti un segno negativo e storicamente i moderati sono meno affezionati alle urne. Così, Berlusconi attende il fischio finale senza farsi troppe aspettative e senza fasciarsi la testa. «Un conto sono le amministrative, un conto sono le politiche o i consensi al partito a livello nazionale», ha sempre ripetuto il Cavaliere.
A queste considerazioni, va aggiunta un'altra valutazione che Berlusconi fa da tempo: il Pdl non tira più come una volta. E forse c'è un filo di nostalgia in quello che è stato Forza Italia. Il Pdl non emoziona, non regala né sogni né speranze. Specie se costretto a convivere in maggioranze eterogenee che ne inquinano la ragione sociale. Ma da qui a far saltare il governo Letta o a staccare la spina ce ne corre. Il Cavaliere è ancora convinto che questa, quella della grande coalizione, sia l'unica strada percorribile. Alternative non ce ne sono, almeno per ora. Meglio essere leali al governo e cercare in tutti i modi di condizionarne la rotta. Il congelamento dell'Imu sulla prima casa è già una prima vittoria del centrodestra. Ma Berlusconi si aspetta che ne arrivino presto delle altre: dall'abolizione totale dell'imposta sulla prima casa al niet all'aumento dell'Iva, passando per la detassazione dei nuovi assunti siano essi giovani o disoccupati. Tutte bandierine del Pdl che il governo Letta s'è impegnato a sventolare e grazie alle quali il Cavaliere potrà andare all'incasso dicendo «È stato soprattutto merito mio».

Sempre che la magistratura non intervenga a gamba tesa.

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