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Colpo di scena al Quirinale: Berlusconi vede Napolitano

Top secret il contenuto del faccia a faccia, ma si sarebbe parlato di riforme e giustizia a pochi giorni dalla decisione sui servizi sociali. Nel simbolo per le Europee c'è il nome del Cavaliere

Colpo di scena al Quirinale: Berlusconi vede Napolitano

Un summit segreto quello tra Berlusconi e Napolitano. Riflettori spenti per un incontro, avvenuto ieri al Quirinale, da cui trapela poco. Al centro delle discussioni, a quanto apprende l'Agi, le riforme costituzionali, il governo Renzi e, si presume, anche la situazione personale del Cavaliere: leader indiscusso di un partito che sta contribuendo a costruire la Terza Repubblica ma che i magistrati stanno per «ingabbiare» o con gli arresti domiciliari o con i servizi sociali. L'incontro è stato chiesto da Berlusconi per «illustrare le posizioni del partito nell'attuale momento politico». Di fatto il faccia a faccia segna una sorta di disgelo tra il Cavaliere e il Colle; con Napolitano a ricevere il leader del secondo partito italiano, sebbene in odor di esecuzione della pena tra pochi giorni.
Intanto le trattative con Renzi sulle riforme proseguono sotterranee. È soprattutto Verdini a giocare la partita con il conterraneo, fuori dalle luci della ribalta. Tanto fuori che sia Toti sia ambienti del Pd assicurano che un altro faccia a faccia Berlusconi-Renzi non è all'orizzonte. Tuttavia la linea Grazioli-Nazareno non è affatto interrotta. «Se servirà ci sarà un incontro», dice Toti.
Nel mentre Berlusconi sembra avere la testa più sulla campagna elettorale e sulla compilazione delle liste in vista delle Europee del 25 maggio. La squadra dovrebbe essere pronta questo fine settimana, con gli ultimi nodi da sciogliere tra i quali quello di Claudio Scajola. Una cosa è pronta: il simbolo. Bandiera tricolore di Forza Italia e, sotto in azzurro, la scritta «Berlusconi». Un nome, una garanzia: un brand che tira sempre, anche se il leader non potrà essere in lista per effetto della condanna in Cassazione. Se ci sarà comunque un Berlusconi in corsa, non è dato sapere. Ieri, per l'ennesima volta, la figlia Barbara ha glissato: «Vorrei poter non rispondere», ha detto sibillina a un cronista. Efficace pure il motto: «Più Italia in Europa, meno Europa in Italia». La macchina elettorale è partita e, in scia all'appello del cavaliere all'affetto verso gli animali, l'attivissimo Brunetta sfodera il «Dudù Act»: 56 cartelle di approfondimento sul welfare animale.
Sebbene i toni di molti azzurri siano aspri nei confronti del premier e del suo disegno di riforma del Senato, Berlusconi non strappa. Ma i dubbi del Cavaliere sono molti, sia nel metodo sia nel merito. Lascia che sia Brunetta a fare la faccia feroce nel suo Mattinale, dove non mancano punte di sarcasmo: «Non va bene giocare sempre. Tra un tip tap e l'altro, anche Ginger e Fred andavano a lavorare». Nel merito della proposta di riforma di palazzo Madama, si va giù duro: «La proposta di superamento del Senato è una specie di riforma truffa, congegnata per consegnare alla sinistra 135 seggi su 148, con poteri vaghi e invasivi, assegnati a amministratori locali che dovrebbero vagliare tutti i provvedimenti della Camera; ma come fanno, se hanno da fare i sindaci e i presidenti di Regione?».
Berlusconi preme quindi perché Renzi ceda qualcosa in fase di trattativa. I desiderata degli azzurri sono noti: più poteri al premier o presidenzialismo; ma soprattutto «eleggibilità» dei nuovi senatori. Su quest'ultimo punto si vocifera che qualche spiraglio c'è ma è ancora presto per parlare di «intesa». Quello che rende scettico il Cavaliere, in realtà, è la tenuta del Pd.

«Sono troppo divisi: quel partito è una babele» è il commento dell'ex premier.

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