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Il comunista Diliberto collabora con la Cina: "Scrivo il codice civile"

Lui che è docente di diritto romano della Sapienza si è tuffato nel suo nuovo incarico. E poi: "Mi auguro che i comunisti possano tornare in Parlamento"

Il comunista Diliberto collabora con la Cina: "Scrivo il codice civile"

Se in politica non ha ottenuto grandi risultati, oggi Oliviero Diliberto può consolarsi con la giurisprudenza. Lui che è docente di diritto romano della Sapienza si è tuffato nel suo nuovo incarico. Con la Cina. L'ex segretario del Pdci sta infatti collaborando con il paese del comunismo. E pare che sia stato proprio il governo orientale a chiedere l'intervento del politico italiano. Motivo? Avere un parere per scrivere il codice civile. Lui che, ironizzando, propose di portare la mummia di Lenin in Italia e che quando era ministro della Giustizia aprì una vera e propria collaborazione con le università e il ministero cinese per aiutare la Cina a sviluppare il suo codice civile. "Tutto nasce da un'intuizione di Sandro Schipani - racconta Diliberto - che nel 1988 capisce che la Cina, dovendosi aprire al mercato internazionale, avrebbe avuto bisogno di regole". Da quel momento si inizia a tradurre in cinese la giurisprudenza romana, fino a quando, nel 1996, il Parlamento cinese decide di dotarsi di un codice civile basato sul modello romano. Si arriva così al 1999, quando Diliberto, in quanto ministro, ma soprattutto comunista e insegnante di diritto romano, avvia una collaborazione ufficiale con la Cina. Così, aumenta il numero di studenti cinesi che vengono a prepararsi in Italia per poi poter collaborare alla realizzazione del codice in patria. Come funziona l'apporto dato da Diliberto e altri docenti italiani, l'ex ministro lo spiega chiaramente: "Il codice lo scrivono loro, ma noi forniamo un supporto, diamo consigli e pareri quando richiesti. Ad esempio abbiamo suggerito una soluzione sulla proprietà privata, ovvero quella di concedere a privati e a comunità le terre di proprietà dello Stato, rendendole redditizie e risolvendo il problema della proprietà che così rimarrebbe dello Stato. Ci sono voluti tre anni per decidere, il punto chiave era quello di conciliare uno stato socialista con le leggi di diritto. Fatto quello, nel 2006, si è aperta la strada a tutto il resto".

Una soddisfazione per il docente di diritto romano della Sapienza: "Vedere la propria materia applicata nel presente e nel più grande paese del mondo è una soddisfazione grandissima, un contributo a un pezzo di storia di cui essere orgoglioso come italiano". E per quanto riguarda la politica, Diliberto dice: "Sono soddisfatto della mia carriera politica, ho fatto cose che non mi sarei mai aspettato, ma ora la strada è dura.

Mi auguro che i comunisti possano tornare in Parlamento, ma nella sinistra prevalgono le spinte centrifughe e le divisioni: ci sono stati spessi errori delle classi dirigenti, da cui non mi tiro fuori".

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