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La Coop sfida la Cgil: fa lavorare i crumiri nel giorno di sciopero

La Coop sfida la Cgil: fa lavorare i crumiri nel giorno di sciopero

C oop contro Cgil. Chi l'avrebbe detto soltanto qualche anno fa, quando l'asse di ferro tra la catena dei supermercati rossi, il sindacato rosso, le giunte rosse e il Pci-Pds-Ds-Pd era una delle poche certezze in Italia? Eppure è così, è successo il giorno di Pasquetta, quando l'Ipercoop di La Spezia ha tenuto aperto contro il volere della confederazione di Susanna Camusso, che ha tentato invano un picchettaggio. La cinghia di trasmissione si è rotta. È uno degli effetti della crisi: la Cgil difende con i denti i diritti dei lavoratori e un mondo che non c'è più, mentre le Coop per restare sul mercato tradiscono il loro passato. Del resto hanno mandato al governo il loro ex presidente, Giuliano Poletti, che non esclude di pensionare l'articolo 18.
La guerriglia tra compagni dell'altro giorno si è combattuta a colpi di picchetti e scioperi contro crumiraggi e aperture più o meno selvagge, strumenti utilizzati non più dal padronato capitalista antioperaio ma dal fiore all'occhiello del modello imprenditoriale della sinistra italiana, le coop della grande distribuzione. Pier Luigi Bersani le aveva definite «una varietà biologica fondamentale italiana», un «presidio costituzionale» che «cresce per istinto in quanto non ha padroni e reinveste gli utili».
Crescita per istinto? Disinteresse al guadagno? Distacco dal business? Ora è sotto gli occhi di tutti che l'immacolata purezza delle coop rosse è una favoletta. Il colmo è che il delicatissimo terreno di scontro è l'apertura festiva cui i sindacati (e non solo) si oppongono, mentre per le aziende è un'opportunità imperdibile per non sfasciare del tutto i bilanci. E non lasciare campo libero alla concorrenza, nel più limpido spirito capitalistico che ora anche le coop abbracciano.
L'Ipercoop della Spezia, che si trova nel centro commerciale Le Terrazze, aveva già annunciato l'apertura straordinaria di Pasquetta. Da giorni divampava una polemica furiosa culminata nello sciopero proclamato dai tesserati Cgil del supermercato spalleggiati dalla sinistra radicale che giudicava l'azione dell'azienda «in contrasto con lo spirito cooperativo». Altro che eredità dei «probi pionieri di Rochdale», i 28 lavoratori di Manchester che nel 1844 fondarono la prima società mutualistica. Davanti al rischio dello sciopero, come ha raccontato il Secolo XIX, l'Ipercoop ha convocato i capireparto da Sarzana. Un crumiraggio in piena regola. Il risultato è che le casse della coop, anche per colpa del brutto tempo che porta ad affollare i centri commerciali, hanno battuto scontrini a raffica nonostante il picchettaggio dei dipendenti accorsi a protestare con le famiglie e le bandiere vermiglie con il soccorso rosso di delegazioni da Genova Bolzaneto, Carasco e Savona.
La Cgil ha dovuto ripiegare sulla guerra dei comunicati e dei numeri. I crumiri della mutua bruciano maledettamente. Anche perché c'è un contratto integrativo in scadenza (30 giugno) il cui rinnovo è incagliato proprio sul lavoro nelle domeniche e nei giorni festivi: esso prevedeva la chiusura per Pasquetta.
Ma il nuovo corso dei padroni delle ferriere coop se n'è bellamente infischiato. «Il lavoro festivo assicura all'occupazione un contributo determinante - ha ribattuto l'azienda alla Cgil -: nel 2013 abbiamo retribuito oltre 200mila ore di lavoro in giornate festive, pagato sino al doppio della paga normale.

Lavoro aggiuntivo per oltre cento persone a tempo pieno, di cui il 30 per cento nella sola provincia spezzina».

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