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Corruzione, arrestato prefetto: «Soldi dagli amici imprenditori»

Napoli Con l'accusa di corruzione è stato arrestato il prefetto di Benevento, Ennio Blasco. Domiciliari per lui e altri tre indagati: i fratelli Carmine e Carlo Buglione, entrambi imprenditori (dell'area Nolana, Napoli) impegnati nel campo della vigilanza privata e un cognato di Carlo, Erasmo Caliendo. Blasco era indagato per fatti risalenti (al 2009 – 2011) all'epoca in cui era il Prefetto di Avellino.
Secondo l'accusa il prefetto avrebbe prolungato di proposito i tempi dell'istruttoria antimafia, avanzando continue richieste di accertamenti inutili e dando agli enti che ne avevano fatto richiesta risposte parziali, «non giustificabili dalla corposa documentazione già presente nel fascicolo. Con questo escamotage la societa Service Group ha proseguito nella sua attività per due anni, guadagnando quattro milioni all'anno». In cambio l'indagato avrebbe ottenuto dei favori: viaggi, gioielli, vettura con autista, il pagamento del conto della lavanderia e l'assunzione della figlia.
Nella vicenda risulta indagato anche un terzo fratello Buglione (non arrestato), Antonio. Nel 2010 lui rimase vittima di un sequestro di persona lampo. Fu rapito per 36 ore ma riuscì a liberarsi. Una vicenda sulla quale rimasero molti punti oscuri. Ennio Blasco prima di intraprendere la carriera prefettizia era stato funzionario di polizia, negli anni roventi del terrorismo. Poi passò a ruoli prefettizi. Nel 2001 era incappato in una brutta vicenda di malagiustizia. Fu arrestato quando era in forza alla Prefettura di Napoli, nell'ambito di una indagine su illeciti commessi nella rottamazione di auto. L'allora vice prefetto trascorse 8 giorni in cella e altri 8 ai domiciliari.

Fu completamente scagionato e risarcito per la ingiusta detenzione.

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