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Ddl Sallusti, no a sospensiva e a voti segreti

Ripreso l’esame del ddl sulla diffamazione. Il nuovo emendamento "salva-direttori" non piace a Pd e Idv

Ddl Sallusti, no a sospensiva e a voti segreti

Il Senato ha ripreso l’esame del ddl diffamazione. Il relatore Filippo Berselli (Pdl) ha illustrato il nuovo emendamento "salva-direttori". Che non piace a tutti. I più critici sono il Pd e l'Idv. Anna Finocchiaro parla di una norma "cucita addosso ad un caso giudiziario". Secondo il responsabile Giustizia dell’Idv questo ddl "più passa il tempo, peggiora". "Per trovare la soluzione al caso di un singolo - aggiunge - stiamo piegando il sistema giudiziario stravolgendo la norma sul concorso di reato".

Intanto Palazzo Madama ha bocciato la sospensiva proposta dal Pd sulla riforma. A favore della sospensiva si erano dichiarati Idv, Udc e Api, contrari Pdl e Lega nord. Il ddl resta all’ordine del giorno dell’aula. Il vicepresidente di turno, Vannino Chiti, ha fissato alle 15.30 di questo pomeriggio il termine per i subemendamenti all’emendamento salva-Sallusti presentato dal relatore Filippo Berselli (Pdl). Pare che la bocciatura sia arrivata per "cinque astenuti", come precisa Anna Finocchiaro

Francesco Rutelli aveva annunciato il proprio sì alla sospensiva difendendosi dall’accusa di essere "quello che vuole il carcere per i giornalisti". Non è stato "un voto di incappucciati" spiega nell’Aula del Senato, perché il voto segreto su questi temi esiste perché si tratta di "temi delicati". Con l’emendamento della Lega che lascia il carcere per i cronisti, insiste Rutelli, di fatto "abbiamo ridotto il carcere a un anno, mentre ora è fino a 6 anni, e lo abbiamo reso alternativo alla multa". E comunque finora il carcere per i cronisti è stato previsto solo tre volte", ricorda. "Hanno parlato di legge bavaglio - sottolinea Rutelli - e lo hanno fatto in mala fede perché non è vero. Il parlamento deve rispondere in punta di diritto".

Finocchiaro: testo sbagliato

"Il testo che stiamo producendo è un testo sbagliato - ha detto Anna Finocchiaro, capogruppo Pd - una legge Frankestein come ho avuto già modo di definirla. Per questo io penso che questo provvedimento vada messo da parte e per questo abbiamo presentato la richiesta di sospensiva".

Il Pdl vota contro

Il presidente dei senatori, Maurizio Gasparri: "Evitiamo che il carcere colpisca qualcuno e che si dica poi che il parlamento non è stato in grado di legiferare anche di fronte ad un caso concreto".

Schifani: è una telenovela

"Tra cinque minuti ho la capigruppo sul disegno di legge sulla diffamazione. Sta diventando una telenovela". Così il presidente del Senato Renato Schifani, durante il suo intervento di saluto agli allievi della scuola di perfezionamento delle forze di polizia.

Siddi: pronti allo sciopero

"Il rispetto per le istituzioni parlamentari non ci fa velo e non ci impedisce di ribadire le ragioni della coerenza e del senso di una giustizia giusta. Al punto in cui si trova, la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa è improponibile, fomenta scontro e alimenta ingiustizia. Non passerebbe neppure un serio vaglio di costituzionalità". A sottolinearlo è il segretario della Fnsi, Franco Siddi, che chiede con forza lo stop al provvedimento e invoca anche la possibilità del ricorso allo sciopero. Per Siddi "sta diventando un’assurda provocazione, quasi una ricerca di scontro sociale, dopo aver già marcato la via, indecorosa, di un regolamento di conti. La saggezza dei vertici parlamentari s’imponga sulle irragionevolezze e sulle spinte muscolari".

Duro il commento di Feltri

"Per essere chiari questa mi sembra un’idiozia, una scappatoia che dimostra il livello infimo del nostro Parlamento": così Vittorio Feltri, ospite di Plati-Network, il programma di Radio Monte Carlo condotto da Platinette, ha commentato il ddl. "In 48 anni - ha aggiunto - non sono stati capaci di sistemare una legge che grida vendetta al cielo, visto che è eredità addirittura del codice Rocco del fascismo. Qualcuno arriva a dire che tanto i giornalisti in galera non ci vanno mai, in effetti dal dopoguerra a oggi c’è andato solo Giovannino Guareschi e ora rischia di andarci Sallusti: se non ci va mai nessuno allora togliamola questa legge. Non ha senso prevedere il carcere se poi in carcere non ci si va". "Credo che il legislatore abbia la responsabilità maggiore - ha detto ancora Feltri - perché i magistrati, ovviamente ce ne sono buoni e di meno buoni, come in tutte le categorie, se non hanno una legge pessima da applicare non possono fare danni, invece quando la legge è pessima, se ci si aggiunge la discrezionalità di cui gode il magistrato, possono succedere cose strane come quella che è toccata a Sallusti. Ma accade raramente e quindi non ha più senso lasciare il carcere per i giornalisti, l’importante per il diffamato è che ci sia la riabilitazione.

Questo può avvenire solamente attraverso il sistema delle rettifiche, ma ci deve essere un protocollo preciso da applicare e i soldi; quando tu fai un incidente con la macchina vuoi essere risarcito".

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