Politica

De Benedetti giustifica la vendetta dei pm anti Cav

L'editore di "Repubblica" difende le toghe: "Normale reazione agli attacchi di Silvio". E su Renzi: "80 euro? Solo spot"

De Benedetti giustifica la vendetta dei pm anti Cav

Roma - Per difendere la magistratura e attaccare Silvio Berlusconi, Carlo De Benedetti la dice grossa. Parla di «reazione» alle provocazioni del leader del centrodestra, dimenticando che quando si veste la toga si dovrebbe sempre essere «super partes», impermeabili a simpatie e antipatie, politiche o personali che siano. Si dovrebbe impersonare la giustizia, come per trecento anni hanno fatto i giudici inglesi mettendosi sul capo una parrucca che, idealmente, annullava il sentire personale perché prevalesse soltanto la bilancia della legge. Eppure, ecco quello che dice l'imprenditore, in un'intervista a Giovanni Minoli per Mix24, su Radio24: «C'è stato un accanimento di Berlusconi contro la giustizia e come tutte le azioni creano anche delle reazioni. Per cui, che ci possa essere stato nei confronti di Berlusconi un qualche modo anche eccessivo di rispondere da parte della magistratura è assolutamente nelle cose. Ma bisogna andare a vedere la causa. La causa è l'impresario Berlusconi».

De Benedetti, dunque, in qualche modo riconosce e giustifica una «eccessiva» persecuzione giudiziaria dell'ex Cavaliere, proprio con il fatto che sarebbe stata provocata dai suoi attacchi, dal suo «accanimento» contro le toghe. Un po' come quando i bambini, sgridati per aver picchiato l'amico, rispondono: «Ha cominciato prima lui». Ma è proprio questo che non dovrebbe succedere per garantire una giustizia giusta. Una giustizia che non può mai essere «usata», neppure per reagire alle provocazioni. De Benedetti ne ha pure per il premier Matteo Renzi, che pure dovrà incontrare presto per sottoporgli la sua ricetta per il debito pubblico. Su di lui ha già espresso qualche giorno fa un giudizio positivo, pur prevedendo che in autunno si andrà al voto, senza che si realizzi la riforma del Senato, che Giorgio Napolitano si dimetterà entro l'anno e il suo successore potrebbe essere Piero Fassino. Ora dice che «gli 80 euro in tasca agli italiani sono uno spot elettorale». Insomma, l'editore di sinistra contraddice il capo del governo che quell'aumento nelle buste paga più basse dice di averlo stabilito «per sempre» e sostiene che, invece, si tratta di finanziamenti che di strutturale non hanno moltissimo.

«Come solidità per il futuro?», gli chiedono: «Zero», risponde secco l'imprenditore. E Minoli insiste: «Quindi secondo lei questi 80 euro arrivano a maggio e poi è finita là?». De Benedetti: «Sì, più o meno. Insomma, è uno spot».
A Mix24 il presidente del gruppo Espresso, anticipa qualcosa di quel che presto dirà al premier. «Ho una mia idea sulla ristrutturazione del debito italiano, e ne parlerò con Renzi all'incontro che ho combinato. Gli stati non hanno mai pagato i debiti». Parole positive, molto positive, solo per Papa Bergoglio, il modello di «politico» che piace a De Benedetti. Parole controbilanciate da una pesante definizione, «fogna», di tutto ciò che lo circonda Oltretevere. «C'è assolutamente qualcosa di vero - dice l'imprenditore- in quello che dice il Papa. Il Papa è uno dei più grandi politici che esistono oggi sulla terra. Mi piace molto perché parla il linguaggio della verità, perché vuole cercare di scardinare quella fogna che è il Vaticano.

È il Papa dei nostri tempi».

Commenti