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Debutta la tassa Franceschini: mazzata hi tech

Aumenti fino a 32 euro su pc e smartphone. Una vera e propria "tassa anti giovani"

Debutta la tassa Franceschini: mazzata hi tech

Roma - Una «tassa anti giovani», l'ha definita Daniele Capezzone di Forza Italia. Di sicuro, il sovrapprezzo pro Siae sugli apparecchi elettronici dotati di memoria non sarà il solito ritocchino estivo da pochi centesimi, ma una vera e propria stangata a danno di chi deciderà di comprare telefoni, tablet, computer. Ma anche di chi li vende.

A breve dovrebbero essere pubblicate nella Gazzetta ufficiale le nuove tabelle dell'equo compenso, cioè della sovrattassa che va ai detentori di diritto di autore, applicata sugli apparecchi che si presume possano contenere copie private (o illegali) delle opere. L'atteso decreto del ministero delle Attività culturali, secondo alcune anticipazioni (il primo a pubblicare le tabelle è stato Dario Giardina di Dday.it) farà aumentare il prezzo degli smartphone di 5,2 euro (oggi il contributo è di soli 90 centesimi) ma anche dei televisori dotati di memoria interna, minimo 4 euro. Anche ai tablet, che oggi non pagano, sarà applicato il contributo da 5,2 euro.
Cifre più alte di quelle ipotizzate nelle settimane scorse, comunque contenute rispetto a quelle che riguardano le memorie informatiche. Secondo le anticipazioni si va dai 9 euro sulle chiavette Usb fino a 32,20 euro per computer e hard disk. Oggi si paga 0,9 euro al Gb per le prime e 9,66 per i secondi. Insomma, la tassa preventiva sulle copie di musica, film e libri saranno all'incirca raddoppiate. Quintuplicate nel caso dei telefoni con sistemi operativi e applicazioni.
Nei giorni scorsi il dicastero guidato da Dario Franceschini ha assicurato che per i consumatori non ci saranno rincari. La previsione del governo è che i produttori si faranno carico della stangata, riducendo il proprio margine. Non ci credono le associazioni dei consumatori, che hanno già annunciato ricorsi al Tar.

Tra le possibili conseguenze delle tabelle con la stretta fiscale pro Siae - società privata per la tutela del diritto di autore guidata da Gino Paoli - c'è quella di un ritorno di moda dei vecchi telefonini basic. In uno slancio vintage, gli estensori delle tabelle avrebbero anche inserito un calo del compenso per i cellulari senza memoria, per i quali la somma passa da 90 a 50 centesimi.
Capezzone, presidente della commissione Finanze della Camera ed esponente di Forza Italia, la considera una tassa contro la modernità. Colpisce dei beni che non stanno conoscendo crisi e chi acquista onestamente prodotti culturali. Solo il 5% dei detentori di smartphone fa una copia privata dei contenuti. «Non potendo stabilire chi lo farà si è stabilito di far pagare una tassa fissa su ciascun dispositivo che in teoria può contenere queste copie».

Nel «95/96% dei casi si paga una tassa per un uso del dispositivo che non verrà mai fatto».

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