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Il decreto Ilva salva l'azienda e il lavoro

Monti: "L'applicazione delle norme è blindata". Passera: "Se i Riva non si adeguano rischiano la proprietà"

Il presidente del Consiglio Mario Monti
Il presidente del Consiglio Mario Monti

Roma - La produzione e la vendita dell'acciaio di Taranto sarà garantita, non potrà essere fermata né dalla messa a norma degli impianti, né dalle sentenze di sequestro e confisca. Anche se su questo fronte si è aperta una guerra tra governo e magistratura. Ma se l'Ilva non attuerà gli adempimenti ambientali, potranno scattare misure drastiche, compresi l'amministrazione straordinaria e l'esproprio. La famiglia Riva, insomma, rischia di perdere la proprietà del gruppo e, se le cose dovessero precipitare.
Il consiglio dei ministri di ieri pomeriggio ha approvato come previsto il decreto sul gruppo siderurgico. Confermate le anticipazioni che erano emerse ieri al vertice di giovedì. C'è il garante e la trasformazione dell'Aia, l'autorizzazione ambientale, in legge, con tanto di sanzioni. Se non si faranno gli investimenti per adeguare gli impianti dovrà pagare il 10% del fatturato. Ma nel decreto ci sono anche due armi ben più potenti: l'amministrazione controllata e l'esproprio. Per la prima volta dopo tanto tempo, hanno sottolineato il premier Mario Monti, il sottosegretario Antonio Catricalà e i ministri Corrado Passera e Corrado Clini, si cita in una legge l'articolo 43 della Costituzione, che prevede l'esproprio di attività economico che «abbiano carattere di preminente interesse generale». «Di fronte a provvedimenti non in linea» con gli obblighi del decreto legge «è possibile che variamo la procedura di amministrazione controllata: i proprietari potrebbero perdere la proprietà dell'azienda», ha confermato il ministro per lo Sviluppo al termine del consiglio dei ministri.
Ma è un altro nodo costituzionale a preoccupare il governo ed è il possibile contrasto con la magistratura, visto che il decreto dispone praticamente il dissequestro di impianti e beni. Proprio ieri il Gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha respinto una istanza di dissequestro degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva presentata dall'azienda. Ma «in quel momento non esisteva il decreto legge», ha spiegato il premier, sicuro che nessuno impugnerà il dl. Il decreto, ha spiegato Monti, «ha bisogno del consenso del Presidente della Repubblica la cui guida e stella polare è la Costituzione. Abbiamo una creatura blindata dal punto di vista della sua effettiva applicazione». Gli occhi sono puntati sulla procura di Taranto che potrebbe invece mettere i bastoni tra le ruote del governo. L'azienda dovrà presentare una nuova istanza di dissequestro, citando il nuovo decreto. Ed è a questo punto che i magistrati potrebbero portare davanti alla Consulta il provvedimento del governo. Probabile che lo facciano, ma solo dopo il fine settimana, quando si conoscerà il testo del decreto. I rapporti tra governo e magistrati è pessimo. Il segretario dell'Anm Maurizio Carbone ha detto che il governo «si è assunto la grave responsabilità di vanificare le finalità preventive dei provvedimenti di sequestro». Con le toghe si schiera la sinistra, a partire dal governatore della Puglia e leader di Sel Nichi Vendola: «Spero che il decreto non tolga prerogative alla magistratura». Favorevoli al decreto il Pd e il Pdl.
La notizia del Dl ha alleggerito una giornata pesante a Taranto e negli altri stabilimenti. Nel molo della città pugliese è stato recuperato il corpo dell'operaio morto per il tornado. A Genova sono proseguite le proteste, con cortei e un presidio davanti alla prefettura.

Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha dichiarato il lutto cittadino in concomitanza con la celebrazione dei funerali - che si terranno probabilmente oggi pomeriggio - dell'operaio dell'Ilva Francesco Zaccaria, di 29 anni, il cui corpo è stato trovato ieri mattina in mare, a 30 metri di profondità, nella cabina della gru dove l'operaio si trovava durante il tornado di tre giorni fa. E sempre ieri l'azienda, in segno di lutto ha sospeso il lavoro fino al termine del primo turno.

Alla famiglia di Zaccaria sono giunti numerosi messaggi di cordoglio, fra i quali quello del capo dello Stato.

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