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La delusione del Cav: il Colle ha cancellato giustizia e larghe intese

Berlusconi in privato sottolinea le omissioni di Napolitano sulla decadenza e sull'uscita di Forza Italia dal governo

La delusione del Cav: il Colle ha cancellato giustizia e larghe intese

A lla fine il contro-messaggio della vigilia non c'è stato. Anzi assicurano che l'intenzione di «sfidare» Giorgio Napolitano sul terreno del discorso alla nazione non è mai neppure lontanamente balenata nella mente di Silvio Berlusconi. L'ex premier, piuttosto, ha atteso il giorno di Capodanno per fare i suoi auguri agli italiani, attraverso un messaggio sul sito di Forza Italia. «Faccio tanti auguri affettuosi a chi non sta bene, alle persone anziane che passeranno da sole questi giorni, agli studenti, alle mamme e ai papà che hanno la preoccupazione di fare tornare i conti. E naturalmente agli imprenditori, piccoli e grandi, agli artigiani e a tutti coloro che soffrono questa situazione. A tutti io prometto un impegno grandissimo».

Un richiamo alla crisi, insomma, ma anche la promessa di restare in campo in prima linea, in vista di una campagna elettorale che verrà di fatto battezzata il 26 gennaio con la convention milanese e che mette nel mirino le Europee e le eventuali Politiche. Un lavoro preparatorio che si svilupperà già in questi giorni, con la definizione dell'organigramma, dei compiti e delle mansioni dei club e poi con il ritorno a Roma, previsto per il 7 gennaio.

Se l'attenzione è puntata sul rilancio del partito, non si può certo dire che il discorso del Capo dello Stato lo abbia trascinato o convinto. A chi gli parla nel pomeriggio del 31, Berlusconi confessa di avere ben poca voglia di guardare la tv. Alla fine, però, la delusione è palpabile. Berlusconi non può fare a meno di notare quanto sia mal calibrata la bilancia di chi ai tempi del suo governo denunciò con forza l'eccesso di decretazione d'urgenza e ora se la cava con un buffetto nei confronti di Letta. Ma soprattutto rimane colpito da una doppia omissione (anzi «cancellazione»): la mancata citazione della sua decadenza e la fine delle larghe intese, fortemente volute e ora neppure degnate di un saluto. Berlusconi, però, non vuole caricare troppo la polemica. Sorride quando qualcuno gli fa notare che gli italiani hanno dovuto per la prima volta assistere alla lettura della «posta del cuore». Ma non vuole esasperare i toni. La delusione c'è, ma è limitata dal fatto che le aspettative per il discorso presidenziale erano basse. «Concentriamoci sulle cose da fare nel nuovo anno», ripete a tutti coloro che lo sentono per gli auguri, ai quali mostra anche una certa curiosità per l'andamento di Ncd, «ormai appiattito sulle posizioni di un governo decisamente impopolare tra i nostri elettori».

Le reazioni che arrivano dal partito confermano l'imperante delusione. «È stato il discorso di un uomo incapace di progettare il futuro. Chiediamo elezioni subito», dice Renato Brunetta. Dura anche Daniela Santanchè. «Unica nota positiva è che ha fatto intendere che non resterà per molto nella istituzione più costosa d'Italia». E se Paolo Romani fa notare che il Capo dello Stato certifica l'impossibilità di fare le riforme «con il percorso abbreviato», Maurizio Gasparri fa notare che «nulla è stato detto sull'uso politico della giustizia e che è mancata autocritica sulla scelta di Monti e della Fornero». «Mi sarei aspettata qualcosa di più di una semplice autodifesa» dice Cinzia Bonfrisco. Di «troppi silenzi e omissioni», infine parla Mariastella Gelmini.

«Colpisce la mancanza di un riferimento all'espulsione politica di Silvio Berlusconi».

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