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Denuncia contro Monti: ha ridato i marò all'India e violato la Costituzione

E il Cocer della Marina chiede alla nazionale  di calcio di portare sulle maglie un fiocco giallo 

Denuncia contro Monti: ha ridato i marò all'India e violato la Costituzione

U n esposto alla magistratura per stanare i responsabili del governo Monti che hanno rimandato in India i due marò nonostante sia un Paese dove vige la pena di morte. Lo presenteranno nei prossimi giorni l'ex generale Fernando Termentini ed altri fan dei fucilieri del San Marco, che da oltre due anni si battono sui social network chiedendo «verità e giustizia per Massimiliano e Salvatore». Non solo: il Cocer, la rappresentanza dei marinai con le stellette, ha lanciato l'appello alla nazionale di calcio per portare sulle maglie dei mondiali il fiocco giallo di solidarietà con Latorre e Girone.
Dopo l'oblio a intermittenza il caso marò sta tornando alla ribalta. Ieri è stata annunciata la presentazione di un esposto alla Procura di Roma sostenuto dall'ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi di Sant'Agata. «Vengono indicati i principali aspetti critici che fanno emergere dubbi sulle responsabilità nella vicenda - ha spiegato Terzi - Dall'autorizzazione alla nave Enrica Lexie di invertire la rotta e far consegnare Latorre e Girone alle autorità di polizia indiane, al rientro dopo la licenza natalizia fino al definitivo rientro in India nel marzo del 2012».
Il Giornale è in grado di anticipare alcuni stralci dell'esposto. I fatti del lontano febbraio di due anni fa sono avvenuti «a bordo di natante a quel momento battente bandiera italiana denominata Enrica Lexie. Avuto riguardo ai principi correnti in materia di diritto internazionale, (...) parrebbe, quindi, pacifica la giurisdizione dello Stato italiano». E invece i marò sono sempre trattenuti in India.
L'aspetto più grave evidenziato nell'esposto dall'avvocato Luca Biagi è che «Latorre e Girone furono riconsegnati all'India, che a oggi attribuisce loro ipotesi di reato punibili anche con la pena capitale (...) in contraddizione con quanto prevede nello specifico la Costituzione italiana». In pratica il premier di allora, Mario Monti, ha rimandato a Delhi i fucilieri di marina basandosi sulle assicurazioni indiane che i marò non sarebbero mai finiti sul patibolo. L'esposto cita una sentenza della suprema Corte che ritiene «la semplice garanzia formale della non applicazione della pena di morte atto insufficiente alla concessione dell'estradizione». Secondo l'esposto «l'ordine dato ai due militari italiani di consegnarsi come “gesto di cortesia” alle autorità indiane, sembrerebbe essere una forzatura della specifiche norme di legge italiane, meritevole di attenzione e approfondimenti da parte della Procura» di Roma.
In contemporanea all'annuncio dell'esposto, Antonio Colombo, del Cocer marina lanciava l'idea di «un fiocco giallo sulla maglia dei calciatori della nazionale italiana, per mantenere viva l'attenzione e coinvolgere l'opinione pubblica internazionale sulla triste e assurda vicenda dei nostri marò». La Federcalcio ha fatto sapere, in attesa di una richiesta ufficiale, che dovrebbe inoltrarla alla Federazione internazionale. La Fifa ha l'ultima parola su iniziative del genere. Le prime reazioni compresa quella del sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, caldeggiano l'iniziativa.
«I nostri fucilieri sono stanchi, per essere stati ignorati a lungo e usati, per le promesse non mantenute, per le famiglie lontane, per una situazione che non trova sbocco», denuncia il Cocer della marina dopo il grido di protesta dei marò giunto il 2 giugno via web da Delhi. L'organismo di rappresentanza lancia una sfida al governo: «Il presidente del Consiglio chiede continuamente senso di responsabilità e cambio di passo. Oggi il Cocer Marina lo chiede a lui.

Metta in campo concretamente il suo entusiasmo ed energia per portare a casa i nostri ragazzi con onore».

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