Politica

Il deputato che regala galline (e da domani buoni benzina)

Prima venne l'uovo, quello, «freschissimo», che Achille Ottaviani, all'epoca senatore leghista, nell'agosto del 1993 ruppe sul tetto di un'Alfa 75 della Polstrada ferma per controlli sulla A4, «vedendolo trasformarsi dopo un paio di minuti in un appetitoso occhio di bue», ciò che rese plasticamente evidente la necessità di dotare del climatizzatore tutte le auto delle forze di polizia. Ora viene la gallina, anzi le galline («al massimo due per famiglia»), che Gianluca Buonanno, deputato leghista, regala agli abitanti di Varallo stremati dalla crisi economica. Dovreste vedere che ressa c'è il sabato mattina dietro Villa Durio, magnificente sede del Comune della Valsesia, per la distribuzione dei pennuti prenotati in settimana presso gli uffici municipali, ovaiole livornesi e ovaiole francesi nere razza Arco, con i rispettivi galletti, che il parlamentare del Carroccio compra di tasca propria dall'azienda agricola Alberici di Castelletto Sopra Ticino al modico prezzo di 18 euro la coppia, Iva inclusa.
Dopo il Sacro Monte, Buonanno è senz'altro la gloria di Varallo più citata nel mondo. In ossequio al principio della verosimiglianza e sull'esempio delle 800 statue custodite nelle 45 cappelle del santuario cinquecentesco, i cui volti sono ornati da barbe e capelli di origine umana, l'onorevole ha fatto costruire una decina di sagome fotografiche ad altezza naturale che lo raffigurano in divisa da vigile urbano mentre intima l'alt con la paletta, e le ha fatte collocare ai margini delle strade. Magari avrà sbagliato un po' le dimensioni della testa (appena 15 centimetri da un orecchio all'altro) e i colori della cravatta (fantasia anziché tinta unita), ma pare assicurato l'effetto dissuasivo su chi scorga da lontano la minacciosa figura. Soprattutto se si tratta di forestieri, perché i locali ci hanno ormai fatto l'occhio. Buonanno ha provato a rinnovare l'effetto sorpresa dando ad alcuni agenti di cartone la faccia di Roberto Maroni. «Ce n'erano anche altri due che riproducevano un vigile vero, Mario Reffo, ma qualcuno li ha fregati. Comunque come deterrenti contro gli eccessi di velocità funzionano benone: dai 66.866 euro del 2009 le contravvenzioni sono scese nel 2011 a 40.088 euro».
Quando non è a Montecitorio a farsi espellere dall'aula per intemperanze (è già accaduto due volte, alla cerimonia d'inaugurazione della legislatura voleva entrare nell'emiciclo con un forcone «simbolo della rivoluzione contadina», in un'occasione ha anche avuto cinque giorni di sospensione), il deputato fa il prosindaco di Varallo. Per la verità continua a fare il sindaco, come negli ultimi dieci anni, nonostante la legge («un'ingiustizia») lo abbia costretto nel maggio scorso a rassegnare le dimissioni per incompatibilità fra le due cariche. Nel 2002 era stato eletto con il 60% dei voti, nel 2007 lo avevano riconfermato con l'81%. Con analoghe percentuali bulgare la Lista Buonanno ha espugnato gli altri Comuni della vallata, e cioè Borgosesia, Serravalle Sesia (dove il nostro fu sindaco dal 1993 al 2002) e Gattinara. Tanto che, a un certo punto, Buonanno era contemporaneamente sindaco a Varallo e vicesindaco a Borgosesia, caso unico in Italia.
Per capire come funziona una così prodigiosa macchina del consenso, basta guardarsi attorno. Gigantografia di donne islamiche velate all'ingresso di Varallo: «Vietato l'uso di burqa, burqini e niqab. Vietata l'attività a vu' cumprà e mendicanti», con traduzione in lingua araba. Altri cartelli avvertono invece che il prosindaco deputato è sempre disponibile a esercitare l'una o l'altra carica direttamente presso il domicilio degli elettori: basta telefonare al 335219249. «Odio i politici sideralmente distanti dal popolo. Il mio cellulare resta acceso 24 ore su 24, tanto la gente non è così matta da chiamarmi di notte. Rispondo sempre».
Non volendo farsi cogliere impreparato, Buonanno porta ai polsi due orologi. Uno apparteneva al padre, morto nel 1990, un materassaio nel cui laboratorio il futuro deputato sgobbò fino al momento di diplomarsi ragioniere. Si chiamava Ettore, in onore di Petrolini, perché il nonno dell'esponente leghista, Nicola Buonanno, nome d'arte Mario Morelli, di famiglia napoletana ma nato in Puglia, era la spalla dell'attore romano dal profilo grifagno che inventò le immortali maschere di Gastone, Fortunello, Giggi er Bullo, Mustafà e Nerone. La nonna, Elodia De Los Rios, recitava nella stessa compagnia. Ora sapete da chi ha preso.
Chiamano in tanti per le galline?
«Hanno già aderito 150 famiglie su 3.518, con grande scorno dei miei avversari. Pensavano che non si prenotasse nessuno».
Se la caverà con 2.700 euro.
«Al costo vivo bisogna aggiungere le spese di distribuzione e le pratiche burocratiche: non è che uno possa improvvisarsi avicoltore senza avvertire l'Asl. Siccome una gallina mangia, fra avanzi di pasta e di verdure, 150 chili di umido l'anno, i cittadini che le allevano avranno uno sconto del 10% sulla tassa rifiuti del 2013».
E se qualcuno gli tira il collo prima del tempo? Dovrà chiedere il certificato di esistenza in vita delle pollastre.
«Faremo controlli a campione. È anche un'iniziativa pedagogica: i bambini d'oggi non sanno neppure com'è fatta una gallina. Senza contare le 290 uova che ciascuna famiglia ottiene gratis in un anno».
Il suo collega governatore del Piemonte, Roberto Cota, non sarà contento: così fa aumentare i livelli di colesterolo e, quindi, la spesa sanitaria.
«Eh, ma l'ovetto serve per lo zabaione. Sa, abbiamo dovuto sospendere la distribuzione facilitata del Viagra. Io e gli assessori ci accollavamo uno sconto del 50% sulle pillole blu applicato nelle tre farmacie di Varallo. Le vendite erano lievitate del 40%».
Diventava duro sostenere i costi, più che altro.
«Be', su 7.505 abitanti, gli ultracinquantenni sono 3.589, faccia lei i conti. Ma diventava soprattutto difficile controllare quelli che venivano a comprarsi il Viagra dai Comuni vicini. Così dal 29 ottobre al 31 dicembre ripiegherò, sempre a mie spese, sul sorteggio dei buoni benzina: due al giorno, da 25 euro l'uno, estratti fra i cittadini in regola con le tasse. A chi invece viene multato per divieto di sosta, a meno che non abbia messo l'auto sulle strisce pedonali, sul marciapiede o nei posti riservati ai disabili, da tempo offriamo un buono per un caffè al bar e un gratta e vinci da 2 euro. Non puoi sempre chiedere: qualcosa devi anche dare alla gente».
E lei dà tutto se stesso.
«Può dirlo. Dopo la chiusura dell'ospedale di Varallo, mi sono fatto crocifiggere davanti alla sede della Regione Piemonte. Sono stato lì due giorni. Era inverno, faceva un freddo becco. Scendevo solo per la pipì. Provi lei a stare a braccia spalancate su una croce per 48 ore. Il governatore Mercedes Bresso non voleva ricevermi. Mi dava del turacciolo. Risultato: ha perso le elezioni in Valsesia. Venne qui a dire che si sarebbe accontentata di prendere un voto in più. Ha avuto il 20% in meno».
La salute dei suoi concittadini le sta a cuore.
«Sì. Ho messo a disposizione gratuitamente personal trainer e dietologo per gli obesi che volevano perdere peso. I più virtuosi vincevano fino a 500 euro. Hanno completato il programma di dimagrimento in 15. Poi purtroppo la Valsoia non ci ha rinnovato le sovvenzioni. La volatilità degli sponsor è un grosso problema. Anche Gt auto alarm, l'azienda di Gavirate che aveva accettato di mettere il suo logo sulla carta intestata del Comune, s'è ritirata».
Le piace finire sui giornali, confessi.
«I deputati vivono su Marte. Io vivo sulla Terra. Se non fai cose concrete, i voti non li pigli. Ho istituito l'assessorato alle Piccole cose, che sono più importanti di quelle grandi, perché se davanti a casa sua c'è un tombino malandato e lei sente tun-tun a ogni auto che ci passa sopra, finisce per non dormire la notte e diventa pazzo».
È per concretezza che s'è improvvisato spogliarellista in stile Full Monty?
«Era per una buona causa: raccogliere fondi da destinare al restauro del Sacro Monte. Purtroppo la curia vescovile ha giudicato inopportuna l'iniziativa e ha respinto il ricavato. L'ho devoluto al volontariato».
E ha recitato negli spot tv dei rubinetti Gessi?
«Il cachet è servito all'acquisto di un'auto per i servizi assistenziali che portano i pasti a domicilio agli anziani».
E ha ballato sulle note del Waka waka, insieme con Paola Concia, deputata del Pd, a Let's dance su Canale 5?
«Classificandoci secondi. Sempre per beneficenza».
Poteva far contenta l'onorevole Concia istituendo piuttosto il registro comunale delle coppie di fatto.
«Ma per l'amor del cielo! Non voglio che gli omosessuali si sposino, né tantomeno che adottino bambini. La Concia e io abbiamo solo un punto in comune: ci piacciono le donne».
In compenso regala il Manuale pratico di separazione e divorzio ai neosposi.
«È un volume di Maggioli editore, con Dvd, e costa caro: 40 euro. Serve a far riflettere le persone sulle complicazioni che nascono quando si compie con sventatezza questo passo importante. In vent'anni avrò unito in matrimonio almeno 200 coppie. Lo sa quante volte m'è toccato poi ricelebrare le nozze di uno dei due coniugi, o di entrambi? Mi sono stufato».
Alla Zanzara, su Radio 24, ha esposto una teoria balzana: «Se c'è il Grana padano, significa che esiste anche la Padania».
«Una battuta. Più che nella Padania, credo nel Nord. Se fosse autonomo, sarebbe la più florida regione d'Europa. A patto che il 75% delle tasse rimanesse qua. Non avremmo bisogno di nulla dallo Stato. Oggi invece accade l'inverso. Nell'ultimo anno Roma mi ha tolto un milione di euro. Ma io mica posso sospendere i servizi, ho già risparmiato tutto il possibile. Questo governo è stupido, fa tagli lineari, non distingue i Comuni virtuosi, che hanno ridotto le spese, dai Comuni spreconi».
Ho capito: si riconosce nello slogan Prima il Nord! con cui Maroni ha sostituito Alberto da Giussano, il Sole delle Alpi e il celodurismo.
«Molto azzeccato. È la strada giusta».
Non le fa un po' pena vedere Umberto Bossi in un cantuccio?
«L'ho incontrato l'altra sera alla Camera e mi sembrava bello pimpante».
Quanto pensa che prenderà la Lega alle prossime elezioni?
«Mi bacerei i gomiti se replicasse i risultati del 2008: l'8,3% alla Camera e 60 seggi».
Le Regioni servono?
«No, sono fogne, le abolirei. Bastano le Province. Per fortuna qui ho il governatore Cota che è leghista e mi ascolta. Ma i politici passano mentre i funzionari politicizzati restano. Sono loro a comandare. Parassiti sindacalizzati, illicenziabili».
Mi porta in argomento: i sindacati volevano denunciarla per aver creato la «scrivania dell'asino».
«È quella lì alle sue spalle». (Mi indica un banchetto di legno, ingombro di carte, in un angolo dell'ufficio). «La vede vuota perché nel frattempo è deceduto l'asino».
Chi era?
«Ce n'erano più d'uno. Uno dei messi l'ho beccato un martedì, giorno di mercato, mentre tornava in municipio con le borse gonfie di mercanzia. Era andato a fare la spesa per tutti. L'ho obbligato a spostare un cumulo di plo (blocchi di cemento per uso edile, ndr) da una parte all'altra del parco di Villa Durio. Il giorno dopo s'è assentato per il mal di schiena. Finita la malattia, ha chiesto il prepensionamento. Poi c'era un geometra dell'ufficio tecnico. Non capivi mai se lavorava o se girava per i casi suoi, anche perché andava a fare i sopralluoghi con la propria auto. Così l'ho messo nel mio ufficio, alla scrivania dell'asino. Senza computer: doveva redigere tutto a mano, come i monaci. Non gli parlavo mai. Dopo due mesi ha chiesto il prepensionamento anche lui. Poi è morto».
L'ha ucciso, in pratica.
«Non dica così. Era in pensione da tempo, quando è deceduto. Volevo solo far capire a tutti che ci sono delle regole da rispettare. Per un certo periodo ho tenuto nel mio ufficio anche la macchinetta del caffè. Prima c'erano sempre gli sportelli sguarniti».
Lei è uno Stakanov?
«Quand'ero sindaco di Serravalle Sesia, d'estate si sono assentati i becchini: uno per malattia e l'altro per ferie. Andavo ad aprire e chiudere i cancelli dei cimiteri. E scavavo pure le fosse. Esperienza istruttiva. Sul campo, anche quello santo, capisci molte cose».
A Montecitorio lavorate poco o tanto?
«Perdiamo un sacco di tempo in chiacchiere inutili. Passano provvedimenti demenziali. L'ultimo è quello che nel giro di 48 ore concede la residenza a chiunque. Se il Comune non esegue i controlli entro due giorni, vale il principio del silenzio-assenso. Delinquenti e truffatori potranno cambiare indirizzo 15 volte al mese».
Pensa che gli eletti dal popolo sopravviveranno all'ondata di antipolitica?
«Secondo me ci sarà un uragano. Si salverà solo chi ha tenuto per mano la gente».
E se l'uragano spazza via anche lei?
«Tornerò a fare il venditore della scopa Pippo, quella che scopa bene».
(620. Continua)
stefano.

lorenzetto@ilgiornale.it

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