Scandalo Mps

Derivati, Trani indaga su cinque banche

Nuove grane in vista per Mps per una presunta evasione fiscale. E Napolitano striglia i giornalisti

Carabinieri davanti alla sede della Banca Monte dei Paschi di Siena
Carabinieri davanti alla sede della Banca Monte dei Paschi di Siena

Mentre a Siena spunta un nuovo filone d'inchiesta per infedele dichiarazione, scaturito da una verifica fiscale su una vendita di titoli mascherata da prestito, a Trani si scava sui derivati emessi da Monte Paschi e da altre banche (Bnl, Unicredit, Intesa San Paolo e Credem), con decine di funzionari e dirigenti indagati per usura e truffa. E si punta l'indice anche contro gli organismi di controllo per capire come mai sono stati tanto distratti. I pubblici ministeri di Roma, invece, indagano per manipolazione del mercato nella vicenda Mps (ma contro ignoti), e avrebbero acquisito documentazione da Bankitalia e Consob.

NON ABBIAMO UNA BANCA MA UNA PLUSVALENZA

C'è una nuova storia sulle scrivanie dei pm senesi. Quando nel 2005 Unipol puntava a scalare Bnl, nella cordata all'inizio c'era anche Mps. Montepaschi poco prima aveva già provato a fondersi con l'istituto poi finito a Bnp Paribas, ma la politica aveva detto stop. Anche l'esperienza nella cordata di Consorte ebbe vita breve, ma Mps (che due anni dopo avrebbe comprato Antonveneta) nel frattempo aveva rastrellato 132 milioni di euro di titoli Bnl. Che farne? La quota venne venduta a Deutsche Bank Londra, la stessa con cui il duo Gianluca Baldassarri-Matteo Pontone – ribattezzato «la banda del 5 per cento» – aveva organizzato l'operazione Santorini. Oltre a incassare una succosa plusvalenza, però, secondo quanto emergerebbe dal rapporto sulla verifica fiscale trasmessa da qualche giorno alla procura, Mps avrebbe indicato quel passaggio di mano di titoli non come cessione – tassabile – ma come prestito, non soggetto invece a tassazione. E non si tratta di una sciocchezza da sanzione amministrativa. Per il valore – elevato - della presunta evasione, infatti, la vicenda ricadrebbe in una fattispecie di reato: la dichiarazione infedele.

E A TRANI NEL MIRINO ANCHE I CONTROLLORI

A Trani, intanto, i pubblici ministeri Michele Ruggiero e Antonio Savasta fanno le pulci sia ai derivati di Mps (e di altre banche) che ai controllori (e Ruggero indaga pure su alcuni trader stranieri accusati di truffa aggravata e manipolazione del mercato per lo scandalo dei tassi Euribor). Ieri, nell'ambito del filone-derivati, la procura ha sequestrato 360mila euro nella filiale di Corato del Monte Paschi in seguito alla denuncia di un imprenditore locale che dopo aver sottoscritto un derivato (Interest rate swap) come copertura per un finanziamento (mai ottenuto) s'era visto sfilare dal conto 415mila euro di «perdite». Già a gennaio dello scorso anno la procura aveva ordinato il sequestro di contratti derivati di Mps e Banco Napoli per 220 milioni di euro, più 10 milioni di euro «congelati» tra ingiusto profitto (4 milioni) e flussi futuri previsti (6 milioni). Mps, nonostante il provvedimento del 2012, avrebbe però continuato ad addebitare ai sottoscrittori le perdite. Ma i pm tranesi, come detto, stanno anche svolgendo «accertamenti per verificare l'operato di alcuni ispettori di Bankitalia che nel corso dell'attività di controllo avrebbero omesso di sanzionare le condotte in danno della clientela».

NAPOLITANO E L'OSSESSIONE PER CHI CERCA LE NOTIZIE

In tutto questo, incontrando una delegazione dell'Ordine dei giornalisti, il capo dello Stato Giorgio Napolitano non ha trovato di meglio che puntare nuovamente il dito contro i «cortocircuiti tra informazione e riservatezza delle indagini», riferendosi alla notizia di un possibile sequestro conservativo di bond Mps, definita «infondata» dalla procura di Siena.

Un provvedimento cautelativo che, invece, auspica Antonio Di Pietro.

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