Salone del Mobile

Design e sporcizia. Vince il Salone ma perde Pisapia

Quasi 400mila visitatori e migliaia di stranieri in città. Un successo che il Comune di Milano non sa ancora gestire

Design e sporcizia. Vince il Salone ma perde Pisapia

Ieri a Milano si è chiuso il Salone del Mobile, con parallelo FuoriSalone che in giro per la città ha intrecciato fashion e design. La settimana made in Milan del made in Italy è finita, e si può cercare di capire cosa ci ha insegnato, nell'eccellenza e nel provincialismo, in prospettiva «Expo 2015» quando Milano sarà al centro dell'attenzione internazionale non per una settimana ma per sei mesi (e i visitatori saranno 20 milioni). È pronta?

Guardando alla prova generale, l'ultima prima dell'Expo, l'impressione è che Milano, intesa come «community», ha fatto un figurone. Ma Milano, intesa come «comune», un po' meno.

Ci spieghiamo. La Milano che si è messa in mostra a Rho-Fiera, con il suo omaggio all'Italia che lavora e con il suo orgoglio narciso della bellezza, ha trionfato. In questo senso è il Salone dei record: 400mila ingressi, 20% di visitatori in più rispetto al 2013, organizzazione perfetta, soddisfazione negli stand. Ancora una volta è il riconoscimento internazionale - per qualità e quantità - che quando c'è di mezzo il gusto e l'eleganza siamo primi al mondo.

E anche il FuoriSalone ha centrato l'obiettivo. Al netto - inevitabilmente in un programma così vasto - di tanti eventi troppo cheap in mezzo ad altrettanti eventi chic, la città ha offerto moltissimo, e ricevuto altrettanto: il flusso di turisti stranieri e visitatori è stato ininterrotto. La città in generale, e alcune zone-vetrina in particolare (vie Savona e Tortona, Brera, Navigli...) hanno offerto mostre, eventi, musica, moda, food, movida. Show-room, aziende, gallerie, locali - e cittadini soprattutto - hanno dato l'immagine di una città vivace e felice oltre l'happy hour. È la Milano delle virtù.

Altra cosa, invece, la «Milano dei servizi». Che, dopo il test del Salone del Mobile, non sembra all'altezza di una metropoli da Expo. Se la settimana è stata un successo di pubblico, è stata invece un problema per il pubblico: i mezzi e gli orari del trasporto comunale sono stati aumentati, ma non sono ancora sufficienti. Tra un anno, per sei mesi, in città sono previsti 200mila viaggiatori in più al giorno. Reggeranno le linee? In questi giorni, soprattutto nel weekend, su metro, bus e tram, i tempi di attesa era superiori, e gli spazi vitali inferiori, rispetto alla media di una città-Expo. E anche l'«operazione pulizia» ha lasciato a desiderare. In alcune aree critiche, la gestione dei rifiuti è stata, eufemisticamente, difficile: non sempre «il mattino dopo» era tutto pulito, ma soprattutto non lo era «durante» il giorno. In chiave Fuori-Expo si potrebbe pensare a un servizio Amsa no-stop. Peggio ancora il capitolo «bagni pubblici»: occorre qualcosa di più e di meglio dei gabbiotti. Poi ci sono i venditori abusivi: troppi, in troppe zone. La «tolleranza zero» non va bene, quella eccessiva nemmeno. E pessima è la viabilità, con molti «cantieri aperti», che si spera chiusi per il 2015, ma che non posso tenere in ostaggio mezza città. La quale ha imboccato con fiducia e ottimismo la strada che porta all'Expo.

E speriamo che non si blocchi in un ingorgo.

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