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"Difficile dire dove sono gli sprechi maggiori" Ma Giarda promette tagli su 100 miliardi

Ammonta a 100 miliardi la spesa pubblica potenzialmente aggredibile nel breve periodo, mentre è di 300 miliardi quella che richiede un intervento al lungo periodo. Purtroppo è lo stesso ministro Giarda ad ammettere che chiedersi quali sono i settori nei quali ci sono gli sprechi maggiori di denaro pubblico è "una domanda difficilissima"

"Difficile dire dove sono gli sprechi maggiori" Ma Giarda promette tagli su 100 miliardi

Chiedersi quali sono i settori nei quali ci sono gli sprechi maggiori di denaro pubblico è una domanda difficilissima. Impossibile da rispondere perché l'elenco sarebbe troppo lungo. E a gettare la spugna, a non voler fare questo elenco lunghissimo, è proprio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda, alle prese con la spending review. Così, pur promettendo immediati tagli alla spesa pubblica, il braccio armato del premier Mario Monti sembra brancolare nel buio.

Non sono bastati sei lunghi mesi per conoscere la macchina mangia soldi? Non è bastato affidarsi a un super commissario, a un altro tecnico che dicesse ai tecnici come e dove andare a tagliare? Non sono bastati i continui annunci, le promesse e i buoni propositi a entrare con vigore nella pubblica amministrazione ed eliminare decenni di sprechi acquisiti? Sembrerebbe proprio di no. Perché, almeno per il momento, dal ministro Giarda arrivano solo promesse. Cifre, sì. Ma senza sapere gli obiettivi che verranno colpiti dal governo. In una intervista a Radio Vaticana il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha annunciato in pompa magna che la spesa pubblica "potenzialmente aggredibile nel breve periodo" ammonta a circa 100 miliardi di euro. Cifra che sale a 300 miliardi grazie, però, a un intervento protratto nel lungo periodo.

Giarda ha spiegato che la ricerca di "risparmi e tagli agli sprechi riguarda l’intero settore pubblico dallo Stato al più piccolo dei comuni" dal momento che "l’intero Paese non si è ancora adattato alle nuove condizioni economiche". Insomma, secondo il ministro non ci sono posti o sezioni in cui ci siano sprechi maggiori: i primi 100 miliardi da tagliare interesseranno lo Stato, gli enti previdenziali, le Regioni e gli enti locali. Il ministro ha assicurato che il lavoro di revisione della spesa pubblica non sta incontrando "resistenze" da parte dei dicasteri che, proprio in questi giorni, stanno stendendo i progetti di ristrutturazione delle loro attività. La dead line è prevista per fine maggio. Poi dovrebbe, appunto, arrivare un primo elenco di tagli. Secondo Giarda il bilancio dello Stato è molto simile a quello di una famiglia che, dopo la nascita di un nuovo bambino deve "riguardare ai vizi accumulati nel passato". Questo si traduce, a livello pubblico, in un taglio degli sprechi, nella correzione delle inefficienze e nella rinuncia a interventi che non si possono più affrontare per le mutate condizioni.

Ancora una volta Giarda ribadisce che l'obiettivo di Monti e del governo è quello di ridurre le tasse dei cittadini ed emettere qualche titolo di debito in meno. Fiduciosi, i cittadini aspettano con ansia i tagli e l'equità promessi dal Professore quando è arrivato a Palazzo Chigi. Per il momento, però, a fare i sacrifici sono stati sempre i soliti noti, tanto che nelle ultime settimana è montata l'ira degli italiani.

Adesso il governo non può sprecare l'occasione: mantenere le promesse fatte riducendo gli sprechi e abbassando le tasse.

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