Politica

Dimissioni Pdl, Napolitano: "È un fatto improvviso e istituzionalmente inquietante"

Il Capo dello Stato, spiazzato dalla decisione dei parlamentari Pdl, rinuncia a partecipare a un convegno della fondazione De Gasperi e della fondazione Adenauer

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano è stato spiazzato dalle annunciate dimissioni in massa dei parlamentari Pdl, al punto che ha rinunciato a partecipare al convegno organizzato dalla fondazione De Gasperi e dalla fondazione Adenauer.

"Per affetto e per rispetto mi ero impegnato a presenziare al colloquio, se non si fosse verificato ieri un fatto politicamente improvviso e istituzionalemente inquietante a cui devo dedicare oggi la mia attenzione", ha scritto il Presidente della Repubblica in una lettera in cui si scusa per la sua assenza. Fonti del Quirinale confermano che è intenzione del presidente verificare quali siano le effettive decisioni e intenzioni assunte dall’assemblea dei parlamentari del Pdl di ieri.

"Non posso che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento - ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili - di tutti gli eletti nel Pdl", spiega poi il Quirinale, "Ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere. Non meno inquietante sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere".

Per il Presidente però "c’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere - se è questa la volontà dei parlamentari del PdL - la loro vicinanza politica e umana al presidente del Pdl, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento". E aggiunge: "Non occorre poi neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un colpo di Stato o una operazione eversiva in atto contro il leader del Pdl. L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto in Europa, così come lo è la non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria".

In una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato e alla Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta, replicano al Quirinale: "L’opinione unanime espressa ieri sera dai parlamentari del Popolo della Libertà-Forza Italia è quella dell’esistenza di un’operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della giunta per le elezioni del Senato con l’applicazione retroattiva della legge Severino. Questo voto -aggiungono- calpesta un principio fondamentale dello stato di diritto, quello della irretroattività delle leggi, confermato dall’art. 25 della nostra Costituzione e dall’art. 7 della convenzione europea dei diritti dell’uomo. La definizione quindi di colpo di Stato e di operazione eversiva non è inquietante ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile".

Molto più duro il commento di Daniela Santanchè: "Il comunicato del presidente Napolitano, per i toni arroganti e i contenuti espressi, configura una indebita interferenza del Quirinale nelle libere scelte di un partito e di singoli deputati e senatori.

Non accetto - prosegue la deputata Pdl - lezioni di democrazia da un presidente, che ancora una volta, si sta dimostrando uomo di parte, arbitro non imparziale e minaccioso nei confronti della libertà politica e di coscienza di una parte significativa del parlamento".

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