Politica

Dissidenti e malumori nel Pd. Renzi: "Non caccio nessuno ma non mi faccio ricattare"

Mineo: "Matteo è come un bambino autistico". E il segretario del Pd non ci sta: "Toccate pure me, ma lasciate stare i ragazzi disabili"

Dissidenti e malumori nel Pd. Renzi: "Non caccio nessuno ma non mi faccio ricattare"

"Trovo ridicole le discussioni interne più legate a pregiudizi che non alla convinzione di essere insieme legati a un comune destino per cambiare l’Italia e la politica. Questa è la sfida di fronte la quale non uno, non una parte, non i renziani, i cuperliani, i civatiani...Malattia! Se dobbiamo dividerci, facciamolo sulle idee non sui cognomi". Matteo Renzi affronta così nel suo intervento all’assemblea del Pd la questione dei dissidenti e i malumori interno al Partito Democratico. "Noi non mandiamo via nessuno ma non possiamo permettere a qualcuno di ricattare con la sua presenza la maggioranza", ha aggiunto Renzi. Che poi ha tuonato contro Mineo: "Chi ieri ha detto che sono un ragazzo autistico ha offeso migliaia di persone: non è giusto per chi vive una situazione di sofferenza e di bellezza. Toccate pure me ma lasciate stare i ragazzi disabili". Il senatore Mineo aveva infatti dichiarato: "Matteo è come un ragazzino autistico: lo vorresti proteggere, perché tante cose non le sa, però se lo metti a ragionare di politica e di rapporti di forza, suona". Dopo le dichiarazioni di Renzi, Mineo ha chiesto scusa: "In politica bisogna il pieno controllo di sé in ogni momento. Il segretario ha ragione, chiedo scusa a Renzi, al ministro Boschi, dei quali ho molta stima, e alle famiglie che hanno un problema con i loro bambini".

Vannino Chiti, uno dei senatori sostituiti dal premier in commissione Affari costituzionali del Senato, dalle colonne del Corriere della Sera attacca il segretario: "Sono deluso, il Pd non è quello che sognavo, sono stato sempre leale. Sono amareggiato sul piano personale, per quanto sereno e a posto con la coscienza. Io non ho mai visto, nella storia repubblicana, una cosa così grave. È stato calpestato l’articolo 67 della Costituzione, dove è scritto che ogni parlamentare rappresenta la nazione senza vincolo di mandato”.

In merito agli scandali recenti che hanno coinvolto i democratici, Renzi avvisa: "Se c'è qualcuno di noi che sa parli, se c'è qualcuno di noi che ha sbagliato paghi, ma non accettiamo da nessun punto di vista che sulla giustizia si giochi il derby che c'è da venti anni andando avanti in maniera totalmente ideologica", riferendosi ai magistrati e sottolineando che il governo sta preparando le misure per riformare la giustizia. E ancora: "Quando uno di noi, iscritto o meno, patteggia per una operazione di finanziamento illecito, chiediamo di fare passo indietro. Chi patteggia significa che è colpevole, chi è colpevole è giusto che non faccia il sindaco. Sulla corruzione siamo quelli che non fanno sconti a nessuno, neanche a noi stessi. Chi ha notizie di reato vada da magistrati, non aspetti che i magistrati vadano da loro".

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