Politica

Dai Grillo, sfascia i tuoi

Voleva distruggere la casta, sta uccidendo i suoi adepti creduloni

Dai Grillo, sfascia i tuoi

Grillo è Grillo. Sono gli altri a non essere più grillini. Adesso è cominciato il coro di quelli che si stupiscono: dittatore, padrone, giacobino, processi farsa, reato d'opinione, espulsioni, mano dura contro i dissidenti. Provate però a mettervi nella testa di Grillo e Casaleggio. Questa storia a cinquestelle se la sono inventata loro. Non hanno mai nascosto la loro ragione sociale, anzi il primo, il comico, la voce dei «vaffa», l'ha urlata in tutte le piazze, con le vene disegnate sul collo e perfino a nuoto. La ragione sociale è aprire il Palazzo e buttare via tutti quelli che loro considerano cadaveri, morti, zombie. Fare pulizia. Quella di Grillo è una rivolta distruttiva. Si può dire che è un fanatico, che raccoglie voti spacciando rabbia e odio, che le sue urla non portano a nulla. Non si può dire però che manchi di coerenza. La regola è chiara e la conoscevano Orellana, Campanella, Battista e Bocchino. La conoscono i parlamentari grillini che borbottano di nascosto e non hanno il coraggio di parlare, la conoscono giornalisti e opinionisti. Forse ora la conoscono anche gli elettori. Grillo è il capo. Grillo comanda. Grillo è il padrone. Il blog è suo. Chi non è d'accordo si accomodi alla porta. Se fa resistenza verrà accompagnato fuori. Grillo non vuole parlare con gli altri partiti. Non ha simpatia per Berlusconi e tantomeno per Renzi. Non sogna di allearsi con il Pd e da questo punto di vista non ha neppure i complessi d'inferiorità o le nostalgie di buona parte dei suoi deputati e senatori. Grillo vuole il 50% più uno dei voti. O forse non li vuole nemmeno, perché sa che il suo partito non saprebbe governare. Il suo ruolo è fare l'anticasta. Quello che non si mischia, non si lega, non fa amicizia. Se tra i cinquestelle c'è qualcuno che pensa a tattiche e strategie, ad alleanze e compromessi, se sogna un futuro da politico ha sbagliato partito. Il grillismo non è politico. È rifiuto. È al massimo amministrazione. È governo della città. Soprattutto non è democratico. Non nel senso della democrazia dei moderni. È più simile a quella degli antichi. Dove c'è uno che comanda e poi consulta il popolo, la rete. Notoriamente non democratica, perché rappresenta soltanto una parte che pretende di essere il tutto. È il plebiscito la sua vocazione. Grillo vuole questo. I dissidenti a cinquestelle vogliono invece far parte del sistema. Sognano un posto nel Palazzo. Il contrasto è netto. E siccome il partito è di Grillo loro sono fuori. Stupirsi è ipocrita.

O da fessi.

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