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Il Dna incastra i "genitori" rom Maria non è la loro bambina

Per i due nomadi scatta l'accusa di sequestro di persona e falsificazione di documenti. Intanto sono stati riaperti altri 8 casi simili in tutto il mondo. BLOG Maria rapita dagli zingari. Dubbio o certezza? di N. Spirlì

Il Dna incastra i "genitori" rom Maria non è la loro bambina

Il telefono continua a suonare all'associazione «The Smile of the Child», dove è stata affidata Maria, la piccola ritrovata in un campo rom nei pressi di Larissa (Grecia Centrale). Christos Salis di 39 anni e sua moglie Selini Salis, di 41 anni (ma in un secondo documento risulta essere Elefteria Dimopoulou di 40 anni) hanno testimoniato davanti al giudice istruttore di Larissa e sono stati accusati di sequestro di minore e falsificazione di documenti. Per i due è prevista la custodia cautelare.
Nel frattempo sono migliaia le telefonate di genitori che continuano ad arrivare e che sperano che Maria sia la loro bambina. Al di là del ricevitore aspettano risposta voci senza volto, tutte caratterizzate da un mix di ansia, emozione e speranza. Sono le voci dei genitori che dopo anni continuano a cercare i loro bambini rapiti e non si danno pace.
Poi un giorno accendendo la televisione compare il viso pallido di una bambina, con le trecce bionde e gli occhi azzurri. Maria. Un volto che non ha nulla a che fare con i tratti caratteristici dei rom. La speranza nei cuori di molti genitori si riaccende all'improvviso. Nella loro testa ricorre solo un pensiero fiducioso e nello stesso tempo illusorio: «Potrebbe essere mia figlia». È a quel punto che le chiamate e le e-mail arrivano a migliaia e non si contano più. In ogni parola detta o scritta c'è tanta speranza e aspettativa. C'è la preghiera di molte madri e padri che ancora non si sono arresi e mai lo faranno. È per questo che l'Interpol ha riaperto i casi di otto bambine sparite in diverse parti del mondo le cui circostanze hanno molta somiglianze con quello della piccola Maria. Questo significa che otto famiglie, in queste lunghe ore, stanno sperando che finalmente la loro vita cambi e torni serena come un tempo. Che la bambina non fosse figlia dei due rom era stato da subito chiaro, fin da quando i due agenti di polizia l'hanno vista sabato: troppo bionda e troppo chiara per confonersi con gli altri. Nel frattempo però è arrivata anche la conferma del Dna. I coniugi continuano però a sostenere di averla avuta in affidamento da una donna bulgara che non poteva prendersi cura di lei. Yiannopulos, il presidene della «The Smile of the Chil», interrogato sullo stato di salute della piccola, ha dichiarato: «Rispetto al primo giorno, quando era in stato di shock, Maria adesso è calma. Sente il nostro sostegno e il nostro calore».


Certo è che la sua vita, ora cambierà radicalmente: quattro mura attorno a lei, non un campo rom e forse un po' di amore in più.
Twitter-@BarbaraGiglioli

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