Politica

IL DRAMMA DI PADOVA

L'auto della polizia che sgomma allontanandosi a sirene spiegate. All'interno una bimba di 4 anni. La piccola è stata appena tolta alla madre. Davanti al commissariato di Ischia la gente urla indignata: «Così si trascinano via i boss, non i bambini», «Dovete vergognarvi»; una parente accusa: «Hanno preso la bambina afferrandola per i capelli».
La piccola portata via
a sirene spiegate
Il filmato è su Youtube, risale al 28 dicembre 2010, e, per certi versi, ricorda quello del «rapimento» di Leonardo davanti alla scuola di Cittadella. Un caso umano - quello di Leonardo (e dei suoi genitori) - subito diventato un tormentone mediatico, con tutte le distorsioni che ciò comporta. Merito o colpa (dipende dai punti di vista) di quel video che documenta la scena e che ha rapidamente monopolizzato i programmi della «tv del dolore», oltre ad essere cliccato in rete da milioni di persone. Ma per un dramma videodocumentato, ce ne sono decine che - orfani del traino emotivo delle immagini choc - si consumano nell'indifferenza dei media. Cos'è più grave: il troppo clamore o il troppo silenzio? Sono le due facce di un'informazione sempre più spesso «malata».
Riflettori spenti
sul resto d'Italia
Leonardo e i suoi «fratelli». Almeno una trentina negli ultimi anni. Piccolissimi, più grandicelli, a volte adolescenti. E questi ultimi, forse, sono i meno sfortunati: per loro infatti il traguardo della maggiore età e più vicino; e con esso la libertà di scegliere in prima persona se stare con mamma o papà, o se mandarli al diavolo entrambi. Su tutti il trauma di allontanamenti dalle modalità a volte violente e il velo nebuloso di una patologia-fantasma: PAS, misteriosa sigla che sta per «sindrome da alienazione genitoriale». Tradotto: quando un genitore fa in mondo che il figlio odi l'altro genitore. La scienza, sull'argomento, è divisa. C'è chi dice che sia una malattia «inventata» di cui non c'è traccia in letteratura scientifica, altri sostengo che il rischio è concreto. Tanto concreto che, da un po' di tempo a questa parte, sono sempre di più i piccoli tolti alla mamma o al padre perché considerate vittime potenziali di questa specie di lavaggio del cervello.
PAS, una sindrome
che divide la scienza
Leonardo, il ragazzino di 10 anni suo malgrado protagonista del «video della vergogna», è diventato il simbolo del cortocircuito tra istituzioni e famiglia. Un braccio di ferro assurdo, con i provvedimenti del giudice sempre disattesi da una madre cui, alla fine, è stata tolta anche la potestà genitoriale. E un padre che trascina per le gambe il figlio e poi giura: «L'ho salvato dai suoi rapitori». In mezzo le urla strazianti di Leonardo e quelle inquietanti di una zia e di un nonno trasformati in guardie del corpo del nipote. Ma prima di Leonardo hanno vissuto disavventure analoghe (anche se ogni caso è una storia a sé) decine di altri bambini, soprattutto nel Nord e Sud Italia. Scorrendo i dati del sito www.alienazione.genitoriale.com si rimane senza parole: caso di Modena, caso di Thiene (Vicenza), caso di Potenza, caso in Sicilia, caso di Treviso, caso di Ivrea, caso di Pontremoli (Massa Carrara), caso di Roma, Caso di Castelfranco Emilia (Modena), caso in Veneto, caso di Torino, caso di Belluno, caso di Trieste, caso di Santa Maria al Bagno (Lecce, caso di Sezze (Latina), caso di Trento, caso in provincia di Padova, caso di Cremona, caso di Nichelino (Torino). Poi un ulteriore elenco in cui la parola PAS non viene citata espressamente, anche se i consulenti psichiati rimandano più o meno esplicitamente alle caratteristiche della Parental Alienation Syndrome: ci riferiamo ai casi di Cologno Monzese, al caso di Simona Pletto, alla sentenza della Corte d'Appello di Napoli e al caso di Ischia. Capitolo a parte per i «casi di sottrazione internazionale» nei quali la PAS viene evocata, anche se non rappresenta l'elemento determinante per la sottrazione del minore a uno dei due genitori. Numerosi gli esempi: dal caso di Marinella Colombo a quello di Alessia Ravarotto; dal caso della piccola Elise al caso Guareschi: dal caso Liam McCarty al caso Coffari; dal caso Ruben Bianchi al caso Ogliaro; per finire col caso Maoloni.
La denuncia di Marziale:
«Esperti impreparati»
Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori, ha seguito con attenzione molti di queste vicende. E oggi denuncia: «Il caso di Leonardo dimostra come anni di lavoro per affermare i diritti universali dei minori, siano stati buttati al vento proprio da quanti sono preposti al controllo della loro applicazione». Marziale spiega al Giornale: «Alcuni presunti esperti che operano nel nostro settore non sono sufficientemente preparati per affrontare dinamiche così delicate come quelle che riguardano i minori in generale e, ancor più, episodi di affidamento particolarmente problematici».
Fiaccolata di solidarietà
a Cittadella
Ieri sera, a Cittadella, fiaccolata delle mamme dei compagni di classe di Leonardo. I manifestanti sono arrivati davanti alla scuola dove è avvenuto il «fattaccio». Le immagini di Leonardo trascinato a forza nella macchina della polizia restano un nervo scoperto. La gente è quasi tutta dalla parte della madre che ancora non ha potuto vedere il suo Leo, ma qualcuno - dopo aver ascoltato in tv le ragioni del padre del bimbo - si sta facendo un'opinione diversa. Del dramma di Leonardo (e dei suoi genitori) si continua a dibattere come se si trattasse di un derby Milan-Inter finito con una violenta invasione di campo.

Dal quale sono, tutti, usciti con le ossa rotte.

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