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Anche Squinzi impugna il Forcone

Il presidente di Confindustria giustifica chi lotta ma poi frena: "No alla violenza". Oggi la marcia su Roma

Anche Squinzi impugna il Forcone

Sulla carta è un loro «nemico». Un esponente di quel sistema che proprio loro vogliono smantellare con la protesta di piazza che va avanti ormai da dieci giorni e che oggi culminerà nella manifestazione nazionale di Roma che, nonostante le divisioni interne, si farà. Eppure proprio dal leader degli industriali, Giorgio Squinzi, arriva ai Forconi l'endorsement che non si aspettavano. Sì, perché il presidente di Confindustria, ieri mattina, a margine di un convegno a Milano, ha detto che il movimento dei Forconi è «anche ampiamente giustificato, perché negli ultimi tempi non ci siamo molto concentrati a fare le cose necessarie per ritrovare la crescita». Ed ha aggiunto, a mo' di spiegazione: «Il malessere, purtroppo, è molto diffuso».

Un'uscita a sorpresa. Che lo stesso Squinzi ha precisato nel pomeriggio con una nota a parziale dietrofront: «In nessun caso – ha dichiarato – le conseguenze della crisi devono sfociare in azioni di protesta violenta che vanno condannate fermamente, Bloccare il Paese e il lavoro non serve a risolvere i problemi». Il dato della presa di posizione però resta. E non è il solo. Anche dal presidente di Confcommercio Giorgio Sangalli - e i commercianti sono stati i più colpiti dalla protesta, specie per le minacce dei manifestanti a chi non voleva chiudere i negozi - è arrivato uno spiraglio: «Bisogna dare una risposta precisa a questo disagio sociale che sta attraversando il Paese. Serve un'operazione poderosa: meno spesa pubblica e meno tasse». Persino il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, a Radio24, ha dichiarato: «Serve fermezza contro i comportamenti inaccettabili, ma bisogna ragionare e dialogare con alcuni, perché il malessere esiste».

Insomma, la protesta ha mosso qualcosa. Gli autotrasportatori ieri si sono seduti al tavolo col ministro Maurizio Lupi e il sottosegretario ai Lavori pubblici Rocco Girlanda, e dal governo è arrivato l'invito a trattare anche per le sigle che protestano come Trasportounito. Trasportounito a sua volta, con Augusto Zaccardelli e Pasqualino Pellegrini, ha invece incontrato nella sede di Forza Italia l'onorevole Daniela Santanchè, ricevendo l'assicurazione che gli «azzurri» appoggeranno le loro istanze. Anche i grillini si mobilitano. Ieri a Milano Gianroberto Casaleggio ha incontrato i rappresentati di alcuni gruppi e associazioni imprenditoriali che con lo slogan «Salviamo l'Italia» hanno in cantiere una campagna contro l'Irap e il sostituto d'imposta. I Forconi di Confindustria?, hanno chiesto a Casaleggio. E lui: «Battuta carina. Noi non vogliamo però fare niente in piazza per paura di infiltrazioni».

La piazza. La piazza che fa paura dopo gli scontri di Torino del 9 dicembre. La piazza che ha diviso il Coordinamento 9 dicembre trasformando la manifestazione di oggi - un sit-in a piazza del Popolo, a partire dalle 15 - in una protesta dimezzata cui non prenderà parte l'ala moderata del movimento, quella che riconosce come leader il siciliano Mariano Ferro (Forconi) e il veneto Lucio Chiavegato. In piazza ci sarà Danilo Calvani, l'allevatore laziale leader dei Comitati riuniti agricoli (Cra) che è stato rinnegato dal resto del movimento e che a tutti i costi ha deciso di andare avanti «perché lo vuole il popolo». Ha annunciato che sarà presente, senza bandiere ma solo col tricolore, anche CasaPound, con il suo vicepresidente Simone Di Stefano, arrestato e condannato due giorni fa a tre mesi per aver rubato e poi restituito una bandiera Ue. Sulla pagina Facebook l'appello di Di Stefano «a tutti gli italiani che non si arrendono». I Forconi autentici, i siciliani di Ferro, non ci saranno. Il loro leader ieri prima ha bollato la protesta come «troppo politicizzata», poi però ha aggiustato il tiro: «Non ci saremo, ma mi auguro di cuore che la manifestazione sia partecipata». Lancia invece un appello a disertare piazza del Popolo la terza corrente del movimento, quella che fa capo al No Tav Luca Tenderini, che attacca Calvani: «Bisogna fermarlo, vuole riabilitare la destra estrema». Ma al di là delle indicazioni delle sigle bisognerà vedere cosa farà la gente. Secondo un sondaggio Lorien Consulting per Italia Oggi il 62% degli italiani si sente vicino ai Forconi e il 30% prende in considerazione l'idea di partecipare alle loro proteste.

A Roma l'allarme è altissimo. Sono attese almeno 15mila persone. E contemporaneamente al sit-in di piazza del Popolo sfileranno in centro anche i comitati di lotta per la casa.

A garantire la sicurezza, circa 2mila uomini.

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