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Emilia-Romagna, tra le spese dei politici anche gli scontrini dei bagni pubblici

La procura di Bologna indaga sugli acquisti effettuati coi soldi pubblici dai capigruppo dell'Emilia-Romagna. Ci sono scontrini di 50 centesimi per l’utilizzo di wc pubblici

Emilia-Romagna, tra le spese dei politici anche gli scontrini dei bagni pubblici

I cittadini pagano i cessi ai politici. Non è una battuta, ma l'ultimo scandalo dell'immenso e tortuoso capitolo delle spese e dei costi della politica. Succede in Emilia-Romagna, dove ieri tutti i capigruppo dei gruppi consiliari di Pd, Sel, Italia dei Valori e Federazione della Sinistra da una parte e di Pdl, Lega e Udc dall'altra sono stati indagati con l'accusa di peculato. Nel mirino della procura di Bologna ci sono gli acquisti effettuati coi soldi pubblici destinati ai partiti. E tra questi figurerebbero anche scontrini per l’utilizzo di bagni pubblici, dal valore di circa 50 centesimi. Insomma, i politici si fanno rimborsare pure questo.

A quanto si apprende, tra le 39mila voci di spesa all’attenzione degli inquirenti - l’inchiesta per peculato è coordinata dai pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi, che lavorano con la supervisione del procuratore Roberto Alfonso e Valter Giovannini, con delega alla Gdf - ci sono anche, come acquisti rendicontati dai gruppi, un asciugacapelli, un divano-letto, alcune bottiglie di vino da oltre 100 euro, salumi, frutta e verdura, diverse penne, tra cui una da 500 euro e pacchetti di caramelle. "Non confermando i nominativi delle persone iscritte nel registro degli indagati, ribadiamo che le indagini servono a capire quello che può essere successo", ha dichiarato il procuratore aggiunto e portavoce della Procura di Bologna Valter Giovannini. Le spese di rappresentanza nel 2011 vedono in testa il Pdl, con 87mila euro, seguito dalla Lega Nord con 43mila euro e il Pd con 23mila.

I democratici sono i più spendaccioni in tema di consulenze e collaborazioni, totale spesa: 164mila euro.

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