Politica

Estorsione a Berlusconi, il gip archivia l'inchiesta

Erano indagati Walter Lavitola e i coniugi Tarantini per aver ricevuto nel corso del 2011 dall’ex premier oltre 500mila euro

Estorsione a Berlusconi, il gip archivia l'inchiesta

"Manca del tutto ogni elemento da cui ricavare la natura estorsiva delle corresponsioni di denaro". Il gip del tribunale di Roma, Costantino De Robbio, scrive così in un passaggio del decreto con il quale ha definitivamente mandato in archivio l’inchiesta sulla presunta estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. Nell'inchiesta erano indagati l’ex direttore ed editore dell’Avanti, Walter Lavitola, i coniugi Tarantini, Giampaolo e Angela Devenuto, per aver ricevuto nel corso del 2011 dall’ex premier oltre 500mila euro.

Il giudice in un passaggio del provvedimento di 5 pagine sottolinea: "Le attività di intercettazione non hanno fatto emergere alcuna costrizione o minaccia esercitata dagli indagati nei confronti del presidente del Consiglio. La lettura delle trascrizioni lascia emergere con chiarezza la vicinanza personale di Lavitola a Berlusconi, ed il tentativo del promo di approfittare di tale vicinanza per intimorire il secondo, forse nel tentativo di creare le condizioni per le successive richieste di denaro".

Riguardo alle conversazioni al centro della vicenda il gip spiega che "numerose sono le occasioni in cui Lavitola, sia parlando direttamente con Berlusconi sia riferendo a terzi (Tarantini e Devenuto) i contenuti dei colloqui avuti con questi, dimostra di avere in mente l’intenzione di provocare in Berlusconi uno stato di timore per la sua reputazione al fine di convincerlo ad elargizioni di somme di denaro, altrettanto chiaro è peraltro l’atteggiamento del presidente del Consiglio, che non solo non si mostra affatto intimorito a cospetto del suo interlocutore, ma dimostra di non tenere in alcun conto le possibili conseguenze - paventate da Lavitola - su rilevazioni di terzi su di lui o sui suoi stretti collaboratori come Gianni Letta".

538em;">Insomma, secondo il giudice "non sono stati raccolti nel corso dell’indagine elementi di segno diverso, tali da tradurre i sospetti e gli indizi valutati positivamente al momento dell’adozione della misura cautelare in elementi suscettibili di un proficuo sviluppo dibattimentale".

Commenti