Cronache

Farmaci anticancro "taroccati" dai clan e messi in vendita

Le costose medicine vengono rubate e reintrodotte sul mercato dopo aver "annacquato" i principi attivi. Con guadagni enormi

Farmaci anticancro "taroccati" dai clan e messi in vendita

RomaFarmaci anticancro sostituiti con antibiotici a basso costo o diluiti in più fiale, che poi vengono reimmesse sul mercato con effetti letali o nulli per i malati. L'ombra della camorra si allunga sui furti di medicinali anti-tumorali, che si stanno moltiplicando in questi mesi in Italia ed Europa e fruttano ai criminali milioni e milioni di euro. A svelare il nuovo business della malavita organizzata napoletana è il Wall Street Journal, che nei giorni scorsi ha raccolto l'allarme di Domenico Di Giorgio, dirigente dell'Unità prevenzione della contraffazione dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Aifa e Nas da tempo stanno collaborando per cercare di arrivare a chi commissiona la sottrazione di questi farmaci costosissimi, che scompaiono con molta facilità dagli scaffali degli ospedali o che vengono trafugati durante il trasporto. Accade sempre più spesso e il quadro inizia ad essere preoccupante. Gli investigatori hanno accertato che ogni mese solo nel nostro Paese, sono in media cinque i camion carichi di anti-tumorali che vengono ripuliti e in più di un'occasione gli autotrasportatori finiscono per fornire risposte poco chiare o convincenti per spiegare in che modo sparisce la merce. Anche le strutture sanitarie sono spesso teatro di furti. A novembre nell'azienda ospedaliera Federico II di Napoli è stato messo a segno un colpo da 150mila euro e le celle frigorifere, che contenevano i composti per eseguire le terapie oncologiche, sono rimaste a secco. Un mese dopo è toccato all'ospedale di Tolmezzo: dalla farmacia sono stati rubati medicinali oncologici e biologici per un valore di quarantamila euro. Stesso copione a Vigevano dove era è stato trafugato uno scatolone di farmaci oncologici, per ottantamila euro. È evidente che questi medicinali fanno gola, dal momento che una confezione arriva a costare anche duemila euro. Ma ci deve essere un'organizzazione imponente dietro a tutto, capace non solo di programmare i furti, ma anche di organizzare lo smistamento delle sostanze una volta contraffatte e la successiva commercializzazione. Gli sbocchi del mercato nero, in particolare, sembrerebbero essere Germania, Finlandia e Gran Bretagna. L'inchiesta, però, punta il dito sulla camorra, che sarebbe coinvolta insieme a una rete criminale dell'Europa dell'Est, di cui farebbe parte anche un cittadino russo, che vive a Cipro.

Si è così scoperto che per aumentare ancora di più i profitti, i malviventi manipolano, diluiscono e a volte arrivano anche a rimuovere il principio attivo dei farmaci oncologici, come è avvenuto recentemente in Gran Bretagna, dove questo è stato sostituito con un antibiotico economico. In pratica i malviventi vendono come medicine antitumorali di ultima generazione sostanze che invece non hanno alcun effetto sul cancro. Le stesse case farmaceutiche si sono mobilitate per cercare di arginare questo fenomeno e collaborano da mesi a stretto contatto con i magistrati europei impegnati sul campo. «Dietro a tutto ciò c'è sicuramente il crimine organizzato», spiega Domenico Di Giorgio dirigente dell'Ufficio anticontraffazione dell'Agenzia del Farmaco italiana, sulla scia dell'allarme lanciato qualche giorno fa anche dal direttore, Luca Pani. Le case farmaceutiche si stanno mobilitando, la rete criminale ha tentacoli in tutta Europa e secondo l'Ema (L'agenzia del farmaco europea) prende di mira in particolare medicine quali l'Herceptin della Roche, usato nel trattamento del carcinoma mammario e gastrico, l'Alimta (Eli Lilly) e il Remicade (Johnson & Johnson e Merck).

Alcuni di questi sono stati recentemente rubati proprio in Italia e sono ricomparsi, modificati, in Gran Bretagna, dove un flacone di farmaco antitumorale arriva a costare anche 400 sterline.

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