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La Farnesina sospende Bosio: accusato di traffico di minori

L’ambasciatore italiano nel carcere di Binyan. Ma lui: "Non sono un pedofilo, le accuse sono infondate"

La Farnesina sospende Bosio: accusato di traffico di minori

L’ambasciatore italiano Daniele Bosio, arrestato nelle Filippine per aver violato la legge sulla tutela dei minori, è stato fermato dalla polizia nel parco acquatico di Binyan, a una quarantina di chilometri a sud di Manila. "Adesso si trova in un carcere di Binyan", ha fatto sapere il capo della polizia filippina Jesus Gatchalian citato dal Manila Times. A seguito della convalida del fermo, disposta ieri sera dalle autorità filippine, il ministero degli Esteri ha sospeso oggi l'ambasciatore in Turkmenistan dal servizio.

La polizia filippina ha formulato l’accusa di traffico di minori contro Bosio. "I tre bambini che erano con il diplomatico hanno tra gli 8 e i 12 anni", ha spiegato il ministro della Giustizia Leyla de Lima ricordando che per la legge filippina sulla tutela dei minori abusare di un bambino che ha meno di 12 anni è un’aggravante. L’accusa dovrà ora essere valutata da un procuratore che deciderà se presentare un capo di imputazione formale il diplomatico in carica come ambasciatore italiano in Turkmenistan. "Aveva offerto del denaro ai bambini", racconta Catherine Scerri, una delle due attiviste della Bahay Tuluyan Foundation, raggiunta telefonicamente a Manila dall’Adnkronos. "Lo abbiamo visto nel resort e ci siamo subito allarmate, perchè era un uomo straniero, con tre bambini filippini, che chiaramente non avevano alcuna relazione con lui", continua la Scerri che, dopo aver denunciato la situazione all'amministrazione del resort, ha chiesto ai bambini che rapporto avessero con il diplomatico. "È il mio daddy", avrebbe detto uno dei ragazzini usando un termine che non significa necessariamente "papà". Sono stati gli stessi bambini a raccontare di "essere stati portati nell'appartamento" dove avrebbero fatto la doccia insieme.

"Non sono un pedofilo, quelle contro di me sono accuse infondate", ha replicato Bosio rispondendo, dal suo cellulare nelle Filippine, ai giornalisti di Repubblica. "Li ho solo portati alle giostre", ha aggiunto il diplomatico scartando la possibilità che qualcuno gli abbia teso una trappola.

"Io non ho nessun nemico, perciò non voglio parlare di fango, di sicuro non conoscevo la severità della legge filippina (la massima pena prevista per questo tipo di abusi è l'ergastolo, ndr), perciò non so cosa possa essere successo - ha concluso - spero di chiarire tutto".

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