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Lotta al femminicidio, la Camera approva la Convenzione di Istanbul

Nel giorno del funerale della ragazza uccisa in Calabria, la Camera dice sì alla ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne

Lotta al femminicidio, la Camera approva la Convenzione di Istanbul

La Camera ha approvato all’unanimità (545 voti su 545) la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta nei confronti delle violenza sulle donne, siglata a Istanbul nel maggio del 2011. Si tratta del primo strumento internazionale per la lotta alla violenza contro le donne. Il provvedimento va ora all'esame del Senato. L’Italia è la quinta nazione a ratificare il testo della Convenzione dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. Perché la Convenzione diventi applicativa dovranno essere almeno 10 gli Stati che dovranno
sottoscriverla di cui almeno 8 componenti del Consiglio d’Europa. La vice ministro degli Esteri, Marta Dassù, sottolinea che il governo è impegnato in una "azione costante nelle sedi internazionali per sollecitare le ulteriori ratifiche per l’entrata in vigore della convenzione". Molto soddisaftto, per il voto espresso da Montecitorio, il presidente del Consiglio Enrico Letta, che su Twitter scrive: "Una buona notizia l’ok unanime alla Camera alla convenzione di Istanbul sul femminicidio".

La convenzione punta a gettare le basi per una forma di tutela completa per le donne intervenendo non solo sul piano della repressione ma anche sul quello della prevenzione, dell’assistenza, della sensibilizzazione culturale e dell’educazione. Un particolare riguardo è dato a tutti quegli elementi e situazioni come la vulnerabilità che nasce dall’età, le condizioni di salute o la disabilità, lo status di migrante. In particolare l’articolo 5 sancisce l’obbligo degli Stati di astenersi da qualsiasi atto che costituisca una forma di violenza nei confronti delle donne e di garantire che le autorità, i funzionari, i rappresentanti statali e tutti i soggetti pubblici si comportino in conformità di quello che è un obbligo. Sempre l’articolo 5 prevede che le nazioni che sottoscrivono la convenzione dovranno adottare le misure legislative e di altro tipo necessarie per esercitare concretamente tutti quegli atti utili a prevenire, indagare, punire i responsabili e risarcire le vittime di atti di violenza contro le donne.

Kyenge: un voto che fa bene

"È un voto che fa bene e che incoraggia - sottolinea il ministro per l’Integrazione, Cecile Kyenge -. Non potremo mai assuefarci all’orrore di gravissimi fatti di cronaca contro le donne, ma neanche alla tante e continue violenze domestiche e nei luoghi di lavoro". Il ministro si augura che "adesso il Senato approvi rapidamente il disegno
di legge".

Idem: un segnale forte

"Il nostro Paese manda un segnale forte e deciso per contrastare il fenomeno del femminicidio e della violenza domestica - osserva il ministro per le Pari opportunità Josefa Idem -. Per una tragica coincidenza, il passaggio alla
Camera del documento avviene proprio nel giorno dei funerali di Fabiana Luzzi, la sedicenne di Corigliano calabro uccisa dal fidanzato. Vorrei che la famiglia di Fabiana e tutte le donne vittime di soprusi sentano il voto della Camera come una reazione efficace del Governo e delle Istituzioni ad ogni fenomeno di violenza di genere".

Carfagna: sì alla convenzione messaggio chiaro

"Con l’approvazione della Convenzione di Istanbul - scrive in una nota Mara Carfagna, portavoce dei deputati Pdl - il Parlamento non ha soltanto introdotto norme moderne ed efficaci contro la violenza sulle donne, ma anche compiuto un gesto simbolico da non sottovalutare. È significativo, infatti, che una delle primissime leggi approvate -con rapidità e consenso unanime - in questa legislatura sia proprio per la sicurezza delle donne, contro il femminicidio. Si tratta certamente di una prova di maturità del sistema politico che fa ben sperare per il prosieguo dei lavori, di un messaggio chiaro di vicinanza alle vittime e di monito ai potenziali aggressori".

Brambilla: un primo passo importante

"Il voto di oggi - commenta Michela Vittoria Brambilla, consulente di Berlusconi per i temi etici e sociali - è un traguardo importante, auspicato fin da quando, nel settembre scorso, l’Italia ha sottoscritto il testo della convenzione, ma si tratta solo del primo passo di un cammino che prevede il completamento del processo di ratifica e soprattutto il rapido adeguamento delle norme interne alle prescrizioni del trattato". A questo proposito Brambilla ricorda che deve essere ancora attuata la norma sul risarcimento dei danni accordato dallo Stato: "Non sarebbe soltanto la giusta risposta al preoccupante incremento dei casi di violenza contro le donne, sempre più spesso con esiti mortali, ma la naturale prosecuzione di un ciclo di sviluppo normativo sui temi della parità e della tutela delle donne che ha veduto protagonisti i Parlamenti delle ultime legislature e, con un ruolo d’impulso, i governi Berlusconi: dalla novella costituzionale del 2002 sulla parità di accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive all’introduzione, nel 2009, del reato di stalking, dell’arresto obbligatorio in flagranza per la violenza sessuale e la violenza sessuale di gruppo e del gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito, a favore della persona offesa da alcuni reati a sfondo sessuale".

Finocchiaro: il Senato farà presto

"Bene l’approvazione alla Camera della Convenzione di Istanbul. Per Fabiana (la ragazza di Corigliano uccisa dal fidanzato, ndr) e tutte le altre ora approviamola in fretta anche al Senato".

Lo ha scritto su Twitter la senatrice del Pd Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali.

 

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