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Ferie a rischio, i parlamentari in rivolta

Il governo ha prodotto 13 decreti. Bersani: "Pronti a lavorare per convertirli in legge ma c’è un limite a tutto"

Ferie a rischio, i parlamentari in rivolta

L’ultima scommessa politica di Pier Ferdinando Casini è vincere il premio Stakanov. Oltretutto non è solo in questa impresa, lo segue come sempre il delfino Gianfranco Fini. Tutto passa da un botta e risposta di Cicchitto con il ministro Giarda, sul fatto di lavorare fino ad agosto inoltrato. Il capogruppo dei deputati del Pdl ora spiega che scherzava sulla voglia di ferie che, con il caldo, assale tutti gli italiani. Casini invece, che negli ultimi tempi ci tiene ad apparire più sobrio e serioso dei tecnici, a dispetto dell’abbronzatura già pronunciata, si è alzato, come se in vita sua non avesse mai fatto altro che lavorare, per precisare che lui e quelli come lui staranno al chiodo tutto il mese. «Altro che vacanze! - ha scritto su Twitter - Per me si può rimanere alla Camera anche a Ferragosto!». Camera d’albergo forse intendeva dire. Ma al di là del gioco degli equivoci da che sdraio arriva la predica di un signore che ha passato lunghe estati a fare il sirenetto sulle spiagge dove i fotografi vanno a pesca di vip ora, superati i cinquanta, si vesta da sgobbone. Non sembra credibile.

L’abbronzato Casini può avere molti pregi, ma non riusciamo a immaginarlo come un forzato del lavoro, che al massimo si concede una lampada ogni tanto, giusto per darsi un po’ di colore prima del suo appuntamento fisso dalla sua amica Lilli Gruber. E neppure i suoi colleghi danno questa impressione. In fondo un parlamentare, quando va bene, lavora tre giorni a settimana. Da cosa nasce questo sforzo titanico di notti insonni a fare leggi a Ferragosto e dintorni? Il senso è chiaro. Casini soffre il mal di casta. Come è già successo con la prima Repubblica si smarca, e maschera, per rifarsi una verginità. Indossa il loden dei professori e snocciola predicozzi da uomo che non deve chiedere mai. Su Facebook scrive che i politici devono firmare una mozione unitaria a sostegno della politica europea di Monti. «Chi non vorrà rispondere a questa domanda si assumerà una grande responsabilità verso il Paese». Eccolo, quindi, con il dito alzato a ricordare da primo della classe i doveri della politica. Certo che se poi uno passa la vita a scrivere su Twitter e su Facebook qualche dubbio sulla sua produttività viene. Ma non fa nulla. L’importante per il novello Stakanov è crearsi il mito del politico che non sente fatica, non pensa al piacere ed è tutto dovere.

Al suo fianco c’è, appunto, Fini, in veste di sobrio presidente della Camera. Anche lui precisa: «Lavoreremo tutto agosto se serve. Anche di notte». Questo non deve essere lo stesso Gianfranco che ha passato la scorsa estate sommerso, nel senso di fare immersioni in «tutti i mari e in tutti i laghi», come cantavano a Sanremo. Ormai in fondo abbiamo visto tutto. Perfino la coppia più bella del mondo, Pier e Gianfry, pronti a cantare: chi non lavora non fa l’amore.

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