Cronache

Il fidanzato di Federica "scagionato" dal cellulare

Il suo telefonino è stato agganciato tutta la notte a una cella lontana dalla spiaggia. Gli inquirenti smentiscono che sia risultato positivo al narcotest

Il fidanzato di Federica "scagionato" dal cellulare

Giallo sul lago di Bracciano: si riparte da zero. O quasi. Da una parte le indagini, ferme alle 2 della notte di Halloween, non hanno chiarito cos'è accaduto a Federica Mangiapelo, la 16enne di Anguillara Sabazia trovata cadavere all'alba di giovedì primo novembre sulla spiaggia di Vigna di Valle. Dall'altra le indiscrezioni sul narcotest rapido effettuato il giorno dopo il fatto al fidanzato, Marco Di Muro, sono smentite dagli inquirenti: «il 23enne è risultato negativo» precisano. Spunta però un testimone che dice di aver visto la ragazza poco dopo le 3 camminare da sola sotto la pioggia sul lungolago di Anguillara Sabazia. Nessuno però è in grado di dire con chi Federica abbia trascorso le ultime due ore di vita. Stessa storia per le riprese acquisite dalle varie telecamere piazzate nel paese, valutate fotogramma per fotogramma ma senza risultato. Scaricata dopo aver accusato un malore come accaduto alla programmista Rai Paola Bianchi la vigilia di Natale del 2003 sul Gianicolo, a Roma, dopo aver assunto un cocktail letale di farmaci antidepressivi e marijuana? Difficile, del resto, ipotizzare che la ragazzina abbia percorso a piedi gli oltre quattro chilometri che separano il luogo del macabro ritrovamento dalla piazza del Molo, Anguillara, oppure quei sette e più chilometri dalla sua abitazione (zona stazione ferroviaria) al lungolago delle Muse, a Vigna di Valle. E se l'ultima versione fornita da Marco, «ci siamo lasciati davanti all'Antico Chiosco», locale a 300 metri dal luogo in cui il corpo di Federica è stato ritrovato, diventa un punto fermo, chi avrebbe incontrato, da chi sarebbe stata avvicinata prima di morire?

I carabinieri, dal canto loro, attendono i risultati delle perizie affidate al Ris, il Reparto investigativo scientifico dell'Arma, sulle tracce biologiche trovate sugli abiti e sugli effetti personali della giovane. «Vogliamo la verità», chiosa Massimo Mangiapelo, zio della ragazzina. Intanto continuano gli accertamenti autoptici e gli esami istologici presso l'Istituto di Medicina legale della Sapienza: escluse cause accidentali, violente, traumatiche, si attendono i referti degli esami tossicologi. Dai capelli della vittima non sarebbe emerso nulla circa l'assunzione di sostanze stupefacenti. Che Federica abbia bevuto troppo e, colpevole il freddo, abbia avuto un malore? A quel punto chi si trovava assieme a lei si sarebbe fatto prendere dal panico e l'avrebbe lasciata sola. Certo è che i protagonisti di questa vicenda, gli amici di Marco, non si sono mossi per la notte intera da una zona circoscritta, coperta da una sola cella telefonica, compresa fra la periferia sud di Formello, abitazione del ragazzo, e la provinciale 11bis che dalla via Anguillarese prosegue in direzione di Santo Celso, Bracciano.

Gli investigatori non escludono nulla, nemmeno che Federica dopo la lite animata con Marco, abbia chiesto un passaggio a un estraneo e si sia fatta lasciare in quel luogo desolato. E che poi sia tolta la vita assumendo un potente veleno che ancora gli esami non hanno potuto individuare. Per carabinieri e magistrato ricostruire quelle tre ore che separano gli ultimi testimoni che hanno visto Federica in vita al momento del decesso «è come mettere assieme le tessere di un mosaico». Un lavoro lento e faticoso ma che, alla fine, porterebbe alla verità. Marco, lavori saltuari come cameriere in bar e ristoranti del paesino, era molto innamorato di Federica come scrive sulla sua pagina Facebook. Ma per la differenza di età fra i due i genitori della 16enne hanno contrastato fortemente il loro rapporto.

Oggi pomeriggio alle 3 i funerali nella chiesa Regina Pacis.

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