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Figuraccia di Esposito: elogi al calunniatore

Il giudice della sentenza choc sul Cav scivola sul sequestro Moro. Nella prefazione di un libro dà credito al militare che per i pm è un bugiardo

Figuraccia di Esposito: elogi al calunniatore

Un capitombolo. Uno scivolone sul ghiaccio della più trita superficialità. Una pesante caduta sui luoghi comuni che affollano la dietrologia di marca italiana. Niente di nuovo, se non fosse che il protagonista di questo incidente è un giudice. E che giudice: quell'Antonio Esposito che quest'estate, a telecamere unificate, ha letto la sentenza di condanna del Cavaliere per frode fiscale. Ora Esposito firma un'imbarazzante prefazione al libro di un collega oggi in pensione, Ferdinando Imposimato, in cui sposa in pieno la tesi dell'ex giudice istruttore: non meglio identificati 007, appartenenti ai servizi italiani e stranieri, sapevano dov'era custodito Aldo Moro, erano pronti ad intervenire con un blitz contro le Brigate rosse, inspiegabilmente alla vigilia dell'assassinio dello statista Dc furono rispediti a casa. Imposimato, che da tempo coltiva questo filone in bilico fra scoop e fantasy giudiziaria, ha condensato molte presunte rivelazioni nel suo ultimo libro: I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia. E per documentare una tesi così ardita e sconvolgente porta al suo mulino due testimonianze: quella dell'ex brigadiere delle Fiamme gialle Giovanni Ladu che sostiene di essere stato inviato, giovanissimo, nel lontano 1978, alla periferia di Roma per il controllo di un appartamento identificato come la «prigione del popolo», e poi quella di un certo Oscar Puddu che confermerebbe in toto le dichiarazioni di Ladu.

La procura di Roma ha avviato un'inchiesta ed è arrivata a conclusioni drastiche: Ladu è indagato per calunnia perché tutto quello che dice non sta in piedi e anzi pare fango buttato addosso alle istituzioni dell'epoca; quanto a Puddu si è scoperto che è sempre Ladu sotto falso nome. Puddu, infatti, per rispondere ai quesiti di Imposimato si è sempre servito della posta elettronica e ha sempre rifiutato di incontrarlo. In realtà l'uomo «invisibile» sarebbe una duplicazione un po' truffaldina dell'ex sottufficiale. Insomma, il libro, che ha pure scalato le classifiche, poggia su gambe esili. Ma così esili da togliere spessore a tutta la costruzione probatoria. Gli 007, con ogni probabilità, non erano appostati nei pressi della prigione di via Montalcini.
Ma i lettori questo non possono saperlo: si fidano dell'autorevolezza di Imposimato, magistrato dal curriculum importante, e del prestigio di Antonio Esposito, giudice di Cassazione, autore del contestassimo verdetto dell'anno. E però Esposito, che dovrebbe essere un esempio di equilibro e prudenza, si lascia andare alla retorica complottista di Imposimato senza neppure azzardare una frenata. Le idee di Imposimato - afferma dunque Esposito - «trovano oggi nel nuovo lavoro definitiva conferma e certezza attraverso le dirompenti dichiarazioni di due dei numerosi militari impegnati nei servizi di osservazione finalizzati alla successiva irruzione nella prigione di Moro. Le rivelazioni di questi due militari - prosegue altisonante Esposito, sfiorando involontariamente il ridicolo - sono troppo convergenti, coincidenti in tutto e per tutto». Infatti Ladu e Puddu sono la stessa persona.

Esposito, già al centro di una querelle per un'intervista inopportuna al Mattino, ha rimediato invece un'altra figuraccia.

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