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Per un film fa abortire la moglie a calci

L'ha presa a calci come fosse un pallone. Poi anche a pugni come in mezzo a un ring. Lei ha incassato, si è difesa anche. Con un bel colpo basso che lo ha piegato in due. Ma non è bastato. La marocchina, comunque donna, si è arresa a tanta gratuita violenza e all'emorragia che le ha fatto perdere il figlio di sei mesi che aveva in grembo. L'uomo - chiamiamolo marito per onor di anagrafe - ha spezzato una vita e ha frantumato i sogni di una famiglia. E tutto per un film in cassetta. Proprio così. Siamo di fronte ai soliti «futili motivi» con cui si arriva alle mani e anche alla morte. E siccome si tratta di musulmani, c'è di mezzo anche una morale religiosa distorta che a volte offusca la mente. Come è successo al marocchino di 42 anni, che ha picchiato selvaggiamente la moglie durante un momento di relax.
Siamo nel Piacentino, a Castelvetro. La coppia aveva noleggiato un dvd e i due lo stavano guardando insieme alla loro bambina di due anni e mezzo. Ma alcune scene non piacevano al papà musulmano, perché contenevano «parole sexy» che le innocenti orecchie della figlioletta non dovevano sentire. La moglie probabilmente ha fatto qualche obiezione. E lui ha reagito come una furia incurante del pancione che aveva davanti. Si è scagliato contro la moglie prendendola a calci e pugni, con il risultato di farle perdere il bambino che aveva in grembo. La donna, di 41 anni, ha subito anche la frattura del costato sinistro, contusioni al volto e all'addome. Lui è stato colpito a sua volta con un calcio ai testicoli. Il tutto è stato messo a verbale dai carabinieri a cui si sono rivolti entrambi dopo essersi fatti curare al pronto soccorso: lei per denunciare la perdita del figlio in seguito alle percosse subite, lui per denunciare il calcio ricevuto ai testicoli. Ma più del calcio, per l'uomo sarà molto più doloroso sapere che rischia il carcere per le percosse e l'uccisione del feto. Oltre al fatto che probabilmente non rivedrà molto presto la sua adorata figlioletta che le ha scatenato la furia omicida. Donna e bambina, infatti sono state trasferite in una struttura protetta in attesa dell'inchiesta, che andrà avanti fra le reazioni indignate dei politici locali. Come quella di Massimo Polledri, deputato leghista che chiede alla comunità di reagire «contro crimini inaccettabili».


Fra gli immigrati di fede islamica i casi di violenza contro le donne considerate troppo occidentali e i «delitti d'onore» sono tanto numerosi (dal caso di Hina, la ragazza pachistana uccisa nel 2006 a Brescia dal padre perché era troppo «occidentale») non solo in Italia, che anche il Consiglio d'Europa lancia l'allarme.

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