Politica

La Finanza a Palazzo Chigi: sequestrati 2,5 milioni Erano per l'Avanti di Lavitola

Sono fondi concessi dal Dipartimento per l'editoria ma non ancora erogati. Sequestro su ordine della procura di Napoli. Palazzo Chigi: fatto per evitare danno ai cittadini

La Finanza a Palazzo Chigi: sequestrati 2,5 milioni  Erano per l'Avanti di Lavitola

Gli uomini della Guardia di finanza sono andati a Palazzo Chigi, su mandato della Procura di Napoli, per sequestrare 2,5 milioni di euro presso il Dipartimento per l’editoria, che ha sede proprio nel Palazzo dove ha sede il governo. Si tratta dei fondi già concessi - ma non ancora erogati - al quotidiano L’Avanti, nell'ambito del procedimento penale riguardante gli illeciti finanziamenti che sarebbero stati percepiti dalla testata giornalistica facente capo a Valter Lavitola, arrestato due giorni fa all’aeroporto di Fiumicino, e ancor prima al senatore del Pdl Sergio De Gregorio, nei cui confronti pende una richiesta di arresto sulla quale dovrà esprimersi il Senato. Dal 1997 al 2009 il quotidiano ha percepito finanziamenti dal fondo per l’Editoria pari a oltre 23 milioni: soldi ottenuti, secondo i magistrati, attraverso documenti attestanti spese in realtà mai sostenute.

Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso che per oltre dieci anni la coperativa ha avuto accesso ai contributi pubblici per l’editoria attraverso un "sistematico ricorso" a fatture per operazioni inesistenti e documenti falsi, per prestazioni mai eseguite, per "gonfiare" la tiratura del giornale e per sovradimensionarne la diffusione. Soldi che in larga parte sarebbero poi stati trasferiti su alcuni conti esteri, come ha rivelato ai pm un giornalista dell’Avanti che sarebbe stato costretto da Lavitola a compiere alcune di queste operazioni.

Palazzo Chigi: sequestro per evitare danno ai cittadini

"L'iniziativa della procura di Napoli - si legge in un comunicato di Palazzo Chigi - si inserisce "nel quadro della collaborazione da mesi instauratasi tra la presidenza del Consiglio e gli organi inquirenti volta ad evitare la dispersione di risorse pubbliche in danno dei cittadini e delle imprese editoriali in regola con le prescrizioni di legge vigenti".

Commenti