Politica

La fine del Senato e la tragica indifferenza di Grasso

Ciò che stupisce e annichilisce nella miseria delle assemblee legislative, con i loro mediocri presidenti, è l'assoluta mancanza di reazione alla proposta di abolire il Senato

La fine del Senato e la tragica indifferenza di Grasso

Desta in me grande stupore la reazione indignata e aggressiva di Usa e Ue contro il referendum per l'annessione della Crimea alla grande madre Russia. Che diritto hanno americani ed europei d'interferire sulla legittima autodeterminazione di una popolazione sul suo destino e sul suo futuro? Il 96% dei cittadini che ha votato ha diritti che nessuno ha il diritto di negare. Un'interferenza di grandi potenze sembra volere indicare una misura di polizia internazionale per garantire un ordine iniquo, precostituito e immutabile.

La cosa è tanto più risibile (e infatti Putin l'ha ignorata) se si pensa che la Crimea fu regalata all'Ucraina non in seguito a una decisione democratica e con altro referendum, ma per volontà autocratica di un presidente dell'Unione Sovietica, comunista (anche se dal volto buono), come Kruscev. L'arbitrio fu allora, non oggi. E l'America e l'Europa nulla poterono. Perché intervengono oggi quando i cittadini della Crimea si riconquistano liberamente, e non per imposizione della Russia, il diritto a decidere del loro destino?

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Ciò che stupisce e annichilisce nella miseria delle assemblee legislative, con i loro mediocri presidenti, è l'assoluta mancanza di reazione alla proposta di abolire il Senato. Non ostacola o corregge le decisioni della Camera: le discute e le integra, con la stessa simmetrica funzione del secondo grado nei processi penali. Sarebbe ingiusto rinunciarvi per ricorrere subito al giudizio di regolarità formale della Cassazione. Nessuno ha speso una parola, neanche il presidente del Senato Pietro Grasso, per difendere la dignità dell'istituzione e la sua non marginale attività. L'accettazione incondizionata della sua eliminazione è una testimonianza di barbarie e di anti parlamentarismo.

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Mi divertiva, qualche giorno fa, sentire il giornalista del TgLa7 Andrea Pancani dire che «Renzi avanza a spron battente», formula mai sentita perché forse è eufemistica rispetto alla corrente (e corretta) «spron battuto». Lo sprone, nella corsa, può solo essere battuto (dal piede, s'intende), non «battente»

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Chiedo che la magistratura apra formalmente una indagine per verificare l'operato dell'ex viceprefetto di Trapani, Giuseppe Ranieri, capo della Commissione di accesso agli atti nel Comune di Salemi, in base alla cui relazione il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri nel marzo 2012 ha chiesto e ottenuto lo scioglimento del Consiglio comunale. Tanti, infatti, sono i dubbi su di lui, sulla base degli atti di una inchiesta del 2012 della Procura di Reggio Calabria che ha accertato i suoi inquietanti rapporti con soggetti appartenenti alla 'ndrangheta. Il nome di Giuseppe Ranieri esce in numerose intercettazioni telefoniche in una delle quali è sorpreso (come scrive il gip Barillà nelle carte dell'inchiesta Ada) a discutere dell'assegnazione di appalti e della spartizione di profitti con Giovanni Tripodi jr, affiliato alla cosca di Melito Porto Salvo. L'ex viceprefetto di Trapani è attualmente in servizio al ministero dell'Interno. Ha qualcosa da dire il ministro Angelino Alfano?

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