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Fitto corrotto da Angelucci con 500mila euro nel 2005

Depositate le motivazioni della condanna. Secondo i giudici, l'ex governatore ricevette un finanziamento illecito da Angelucci. La difesa: "Motivazioni surreali"

Fitto corrotto da Angelucci con 500mila euro nel 2005

500mila euro. Tanto valeva la tangente con cui Giampaolo Angelucci convinse Raffaele Fitto (Pdl), allora governatore della Puglia, a concedergli un appalto da 198 milioni di eruo per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite.

Lo scrivono i giudici di Bari nelle 769 pagine di motivazioni della sentenza con la quale il 13 febbraio 2013 Fitto è stato condannato a quattro anni di reclusione per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio ed interdetto per cinque anni dai pubblici uffici. Secondo il tribunale la bustarella è stata versata come finanziamento per il movimento politico La Puglia prima di tutto "prima, durante e poco dopo" la campagna elettorale per le regionali del 2005. Grazie a questo accordo, inontre, il governatore si sarebbe assicurato "un appoggio economico di rilievo per il suo movimento politico, che proprio in quel periodo si stava formando". Per ottenere i soldi, inoltre, Fitto si avvalse di una "diretta intromissione nelle decisioni spettanti ai direttori generali delle Asl sulla attivazione delle Rsa e sul tipo di gestione da scegliere" e accentrò "in una gara unica tutti gli appalti per gestire le Rsa", in modo che "unico e importante gruppo imprenditoriale sarebbe stato capace di presentarsi".

Una sentenza che "non sta né in cielo, né in terra", secondo il difensore di Fitto, Francesco Paolo Sisto: "Sentenza a rotta di collo, motivazione alla moviola, con contestuale prescrizione dei reati: su questo significativo canovaccio, si innesta una motivazione surreale, appiattita ciecamente sull’accusa e sulle indagini durate otto anni (chi è il responsabile della intervenuta prescrizione?), che non ha visto e sentito quanto accaduto in dibattimento".

Nelle motivazioni si parla, secondo Sisto, di un "finanziamento al partito, e non a Fitto, riconosciuto come del tutto regolare per forme e modalità, analogo a decine di finanziamenti versati ad altri partiti dallo stesso soggetto", ma che "diventa incredibilmente illecito e tangente perché Angelucci vince una gara, pure ritenuta regolare, con numerosi partecipanti, senza un ricorso al Tar, istruita e gestita interamente dall’Ares, il cui dirigente è stato assolto perché il fatto non sussiste!".

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