Cronache

Giallo di Bracciano: forse una nuova superperizia per scoprire la verità

Il pm Rubolino chiede al gip di Civitavecchia Giorgianni l'incidente probatorio, per dissipare i dubbi residui sulla morte di Federica Mangiapelo, nella notte di Halloween del 2012. I consulenti dell'accusa si sono divisi, ma ora potrebbe essere nominato un nuovo collegio

Il pm Eugenio Rubolino non molla. Cerca la verità sul «giallo di Bracciano» e, dopo i risultati controversi della perizia che lui stesso ha ordinato, fa un'altra mossa: chiede al gip di Civitavecchia l'incidente probatorio per dissipare i dubbi residui sulla morte di Federica Mangiapelo, nella notte di Halloween del 2012.
Il sostituto procuratore, evidentemente, non accetta la tesi della morte naturale con la quale si stava frettolosamente chiudendo il caso. E insiste sulla pista dell'omicidio, che punta sull'unico indagato, l'allora fidanzato della sedicenne, Marco Di Muro.
Se il giudice Giovanni Giorgianni accoglierà la richiesta di Rubolino potrà richiedere una nuova superperizia, che questa volta avrà il peso di prova.
Entro pochi giorni il gip dovrà decidere se nominare, dunque, un collegio di esperti diversi dai tre medici che nelle scorse settimane si sono clamorosamente divisi sui risultati delle loro indagini scientifiche: uno per la tesi dell' annegamento in riva al lago di Bracciano dopo una colluttazione e gli altri due per il decesso dovuto ad un grave problema cardiaco.
Così, la relazione che avrebbe dovuto chiarire le cause della morte di Federica e dunque il ruolo di Di Muro, ha presentato una spaccatura tra i consulenti dell'accusa, tra due tesi diverse. E un caso che mesi fa sembrava chiuso e si è riaperto a metà gennaio, quando è stata respinta dal gip Giorgianni la richiesta di archiviazione del precedente pm Margherita Pinto e Rubolino ha preso in mano l'indagine , rimane avvolto dal mistero.
Quella notte del primo novembre 2012 Federica e Marco dopo un litigio si separarono ad Anguillara verso le 2 di notte e lei scese dall'auto da sola. Molte ore dopo fu ritrovata morta in riva al lago. Il fidanzato disse di essere tornato a cercarla e di non averla trovata, ma nella sua versione ci sono molte incongruenze .
Il sospetto è che invece i due si siano incontrati di nuovo e che il malore sia stano successivo ad un nuovo scontro. Marco potrebbe aver abbandonato la ragazza moribonda senza prestarle soccorco o, peggio, aver determinato il malore in una colluttazione prima di fuggire.
La consulenza disposta da Rubolino su questo si divide: secondo il medico legale Luigi Cipolloni e il cardiologo Carlo Gaudio fu solo una miocardite la responsabile della tragedia. Ma per il pneumologo Cesare Fiorani la sedicenne annegò, cadendo con il viso nell'acqua dopo il malore e forse un tempestivo intervento del fidanzato, che potrebbe essere stato presente o di altri, l'avrebbe salvata. In questo caso,i problemi di cuore sarebbero irrilevanti, o almeno solo una concausa della morte.
Questa ricostruzione si basa sul fatto che è stato individuato un «fungo schiumoso» che è tipico in una persona che muore per affogamento. E ci sarebbero segni di una colluttazione, come la ferita sul collo, che sarebbe anteriore al decesso.
Quella notte potrebbe essere andata così: Federica e Marco (o un altro sconosciuto) in riva al lago litigarono una seconda volta, forse lui provò a toglierle il giubbotto e le provocò la lesione, lei cadde nell'acqua e annegò.
Ma gli stessi elementi Cipolloni e Gaudio li interpretano in modo opposto. Per loro, il fungo è sul corpo solo perché la ragazza era vicina all'acqua, ma non ci fu annegamento e la lesione sul collo è post mortem.
Per trovare la verità, Rubolino vuole l' incidente probatorio, una superperizia questa volta decisiva.

La parola passa ora al gip.

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