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Golden share, è scontro: «Difendiamo i gioielli tricolore»

RomaTutti in vacanza, anche se a un'ora di distanza da Roma. In aereo nel caso di Mario Monti, che da ieri si è trasferito vicino a Sankt Moritz per una pausa lampo di sei giorni. Ma le prime ore di ferie dei ministri sono state subito rovinate dall'ennesimo aggiornamento statistico da crisi incalzante. È l'Istat questa volta a far risuonare l'allarme, e va ad approfondire l'angolo delle speranze del Paese, i giovani e il futuro che li attende. Le ultime analisi forniscono dati drammatici sulla disoccupazione dei ventenni: sono 304mila i laureati in cerca di lavoro. Su base annuale il rialzo è del 41,4% e si tratta della cifra più alta mai registrata dal 2004, anno in cui l'istituto nazionale di ricerca ha avviato questo tipo di controllo. L'aggiornamento è riferito al primo trimestre del 2012. Nello stesso periodo del 2011 il numero dei disoccupati con laurea o master post laurea si fermava a 215mila.
La maggior parte dei laureati disoccupati sono donne (185mila), il 61% del totale, e a risentire di più delle difficoltà di chi ha titoli specifici ad entrare nel mercato del lavoro sono soprattutto gli under 35 (200mila, il 66%). Massimi picchi al Sud, dove si trova oltre il 48% dei disoccupati con titolo accademico. Si potrebbe obiettare che aumenta in generale il numero dei laureati in Italia, e infatti gli occupati in possesso dei massimi titoli sono quest'anno 4 milioni e 187mila, ma l'incremento quest'anno è stato appena del 3,5%, contro un rialzo di oltre il 40% della disoccupazione. Un milione 444mila laureati sono poi inattivi, ossia non cercano lavoro. E lo scoraggiamento non aiuta i giovani, secondo l'analisi dell'Istat, a inseguire con impegno e assiduità un posto fisso. Secondo un'altra analisi svolta dal centro studi di Confindustria, se il 2011 è stato un anno di tenuta sul fronte occupazione, nei primi mesi del 2012 arrivano segnali meno positivi dalle imprese: tra febbraio e aprile 2012, la quota di aziende che prevedevano un aumento dell'occupazione nei primi sei mesi dell'anno (17,9%) è diminuita rispetto a quella rilevata a inizio 2011 (22,6%).
Mentre i ministri preparano i loro compiti per le vacanze, ossia un riassunto del lavoro fatto finora con spunti per nuove riforme, la piaga dell'inattività giovanile si spalanca proprio alla vigilia dei nuovi ritocchi in vista per salvare l'impennata del debito pubblico. Monti è rimasto insoddisfatto delle relazioni presentate da alcuni colleghi di governo, ed è per questo che le schede sono tutte rinviate al primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, il 24 agosto (salvo convocazioni d'urgenza prima di quella data). L'attività più strettamente economica, per nuove misure salvadebito, è ora sostanzialmente concentrata sulle modalità di dismissione di parte del patrimonio pubblico, che il ministro dell'Economia Vittorio Grilli calcola in 15-20 miliardi l'anno.
Da più parti arrivano poi richieste al governo di prestare la massima attenzione alla misure di attuazione della nuova golden share a tutela delle aziende del settore difesa di Finmeccanica, per proteggerle da eventuali scalate di speculatori. È il criterio di scelta delle aziende da tutelare che preoccupa. Il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto chiede di scongiurare il rischio che «pezzi pregiati del nostro sistema industriale vengano venduti e che tutti vengano messi di fronte al fatto compiuto. È il caso della triade riguardante l'Ansaldo (Sts, Breda, Energia) tre aziende che rappresentano altrettanti punti avanzati del nostro sistema industriale». Mentre Marcello Messori, professore di economia politica all'università Tor Vergata di Roma, avverte in un'intervista a Il Mattino di non utilizzare la nuova iniziativa come «un cavallo di Troia per trattare come strategiche attività che non lo sono». Messori è tra i firmatari della proposta di dismissioni statali presentata dalla Fondazione Astrid al governo.

Secondo questo schema, le vendite dei patrimoni pubblici potrebbero portare entrate per 180-200 miliardi in 5 anni.

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